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Coscienza e responsabilità: Hegel e Croce lettori di Pascal 13<br />
Matisse, La danza, 1909-1910, olio su tela, 260 × 391 cm,<br />
San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage.<br />
tanto una probabilità, sebbene ciò sia sufficiente alla sicurezza della coscienza; e<br />
<strong>qui</strong> si ammette che una buona ragione è soltanto di natura tale, che possono esserci<br />
accanto ad essa altre ragioni, almeno parimenti buone. Anche è da riconoscere<br />
un’altra traccia di oggettività in ciò: che ci dev’essere una ragione che determini;<br />
ma, poiché la decisione del bene o del male è collocata nelle molte<br />
buone ragioni, tra le quali sono comprese anche quelle autorità, e queste ragioni<br />
sono tante e così opposte; sta in ciò, nello stesso tempo, che non questa oggettività<br />
della cosa, ma la soggettività, deve decidere; – onde il libito e l’arbitrio sono<br />
chiamati a decidere sul buono e sul cattivo, e l’eticità, come la religiosità, è minata<br />
[…] Il probabilismo è, perciò, ancora un aspetto dell’ipocrisia 21 .<br />
Ma, oltre al probabilismo, la morale rilassata trova terreno fertile, come<br />
ben sapeva Pascal in polemica coi gesuiti, nella teoria della directio intentionis<br />
che, svalutando la oggettività dell’atto, si sbilancia pericolosamente<br />
ed esclusivamente sulla considerazione soggettiva dell’intenzione.<br />
21 Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, cit., § 140, pp. 131-2.