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28 Maria Vita Romeo<br />
per il suo grand siècle, con uomini di cultura come Descartes e Pascal, Fénelon<br />
e Bossuet, Corneille, Racine e Molière.<br />
Senza dubbio, l’Italia papale e spagnola aveva bensì spazzato via la<br />
vecchia Italia delle oscenità, della licenza e dell’antimoralismo innalzato a<br />
principio di <strong>vita</strong>, ma aveva di fronte a sé un vuoto etico-politico che non<br />
poteva essere colmato col cinismo e con l’ipocrisia. E, nelle intercapedini<br />
dell’osse<strong>qui</strong>o formale indirizzato a uomini e leggi, l’Italia barocca e bacchettona<br />
ammassava cumuli di materialismo, di paganesimo, di scetticismo<br />
e di apatia. Proprio così, una languida e raffinata e dolce apatia provocava<br />
la morte delle passioni morali, religiose, artistiche, politiche, che<br />
purtroppo cedevano il campo al desolante vuoto spirituale, al gaudente<br />
materialismo senza patria e senza Dio, al freddo e spietato egoismo corazzato<br />
di indifferenza, alla raffinata ricerca di emozioncelle, all’alienante ed<br />
alienata coltivazione del meraviglioso come fine in sé.<br />
Un nome emblematico per il Seicento italiano? Giovan Battista Marino.<br />
Mentre oltralpe si componevano grandiose sinfonie di pensiero, di<br />
arte e di politica, in Italia il marinismo costruiva ingegnosamente facili<br />
melodiette poetiche da carillon. Mentre in Europa rombava il cannone<br />
dei grandi scontri storici, in Italia si avvertivano a stento il noioso biascichìo<br />
delle litanie, lo sfavillìo dei sentimenti, lo scoppiettìo dei fuochi artificiali<br />
del marinismo.<br />
Beninteso, Marino non fu causa, ma emblema della decadenza dell’Italia<br />
barocca. E questo vale anche per il gesuitismo morale: la Compagnia<br />
di Gesù non fu causa, ma emblema della decadenza morale del Seicento.<br />
D’altronde, lungi dal coltivare autentici progetti di rinnovamento<br />
morale, lo spirito e lo scopo del gesuitismo erano fondamentalmente politici:<br />
governare i cervelli e le coscienze ad maiorem Dei gloriam, o, forse<br />
meglio, per mantenere e accrescere il potere del papa. A questo scopo, bisognava<br />
apparire spregiudicatamente moderni; bisognava indossare i panni<br />
dell’uomo nuovo, per mantenere in <strong>vita</strong> il vecchio. Occorreva assumere<br />
una posa da religiosi più laici dei laici, non solo per battere la “concorrenza”<br />
di formazioni religiose ben più rigide e rigorose, ma, soprattutto,<br />
per sconfiggere abilmente l’animo libertin della laicità. E il loro successo<br />
fu grande, pari alla loro spregiudicatezza politica: seppero calpestare ogni<br />
elementare principio morale per calcolo politico; tacciarono di astratto