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46 Antonio Giovanni Pesce nella stessa autocoscienza il soggetto oppone sé come oggetto a sé come soggetto; e se nel soggetto è l’attività della coscienza, l’oggetto suo, nella stessa autocoscienza, gli si oppone come negazione della coscienza, ossia come realtà inconsapevole 22 . È nella stessa autocoscienza che si dà la dialettica, perché questa autocoscienza sono io, ma io che sono nel mio rapporto con ciò che sono stato. Infatti, il soggetto è attività, ricerca, movimento verso l’oggetto; e l’oggetto, sia che si consideri come oggetto di scoperta e di conoscenza attuale, è inerte, sta 23 . Che l’attualismo, dietro l’apparente corazza del linguaggio hegeliano, nascondesse la <strong>vita</strong> pulsante dell’interiorità umana, è anche provato da una pagina del Sommario nella quale si può leggere che ogni uomo, si badi bene, non è per natura uomo. Nessuno di noi è niente: e per essere uomo non significa godersi una prerogativa naturale, o magari serbar pura ed intatta la dignità della nascita. Esser uomo importa un’attività positiva. La quale non si può concepire nella sua singolare attuosità finché si ricorra con l’immaginazione ad analogie con i movimenti fisici esteriori, dove pur sembra si spieghino certe energie 24 . Non è il caso di descrivere tutto il dispiegarsi dell’autocoscienza. Qui, semmai, c’è da soffermarsi sul suo primordiale (e dialettico) emergere. Tuttavia, è importante notare come l’attualismo non faccia salti e che, seppur non pensato dall’inizio tutto come aveva da essere, è stato pensato seguendone una linea ben chiara. La logica della <strong>vita</strong>, cioè l’esplicazione esistenziale del profondo: questo l’attualismo dalle prime opere alle ultime, senza mai farsi mancare diversità di toni. Lo scrisse il giovanissimo attualista, commentando Marx, che la logica hegeliana non era affatto un platonismo ma la logica del vivente 25 . E, appena affermatosi come docente, riformò la dialettica del filosofo di Stoccarda, al fine di cancellarne i resi- 22 Ivi, p. 485. 23 Ivi. 24 SP2, p. 45. 25 Cfr. FM, pp. 204, 214, 216-7, 219, 223-4.
La fenomenologia della coscienza in Giovanni Gentile 47 Matisse, La musica, 1909-1910, olio su tela, 260 × 389 cm, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage. dui di intellettualismo. Nel Sommario di pedagogia, poi, c’è tutta la dottrina dell’attualismo, anche se la Teoria generale dello spirito, il Sistema di logica e Genesi e struttura della società, pur nella sintesi dell’impianto, pongono accenti diversi per analizzare momenti diversi: l’Io (il concreto, il soggetto), il non-Io (l’astratto, l’oggetto), il loro reciproco (e in parte temporale) darsi. Sotto la terminologia apparentemente algida si nasconde, come il grano sotto la neve d’inverno, la descrizione dell’intimità umana, la quale, proprio perché non è data in modo immediato, bensì mediatamente – cioè è pensata – non poteva essere discussa con metafore prese in prestito dalla poesia, o con vaghi filosofismi coniati con l’ausilio di una personale filologia. E questo pensamento è il pensiero dello sviluppo dell’esistenza. Lo si capisce leggendo il sesto capitolo, dedicato all’autosintesi, del Sistema di logica. Brano tra i più importanti del pensiero gentiliano, poiché la classicità del filosofo si fa evidente, sapendo saldare la ricerca sapienziale degli antichi con la speculazione teoretica dei moderni. Socrate insomma
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