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94 Spigolature Guardare al valore dell’idea della vita significa in primis per l’uomo dominare la tecnica e gestire il potere che gli deriva da essa con responsabilità, così come ricordava Romano Guardini nel 1951 ne Il potere. Ma significa anche fare i conti con la sovranità sempre più contesa tra le istituzioni politiche, rappresentanti delle collettività territoriali, ed i grandi imperi economico-finanziari, il cui potere supera ogni confine territoriale. «Il problema – scrive Acocella – sta dunque tutto nel chiedersi se le regole di diritto debbano rispecchiare l’esercizio della forza (economica) comunque prodotta attraverso prodotti finanziari di ogni genere, o piuttosto disciplinare le relazioni e le energie che vengono messe in campo nel “gioco” economico, facendosi guidare da un’etica della responsabilità che privilegi le comunità e la tutela dei diritti personali rispetto alla libertà di manovra di gruppi finanziai anche nella creazione illusoria di profitto» (p. 41). Insomma, può oggi sopravvivere l’economia di mercato senza l’etica? Può la logica del profitto affermarsi ad ogni costo, a discapito della dignità umana e nella totale indifferenza per le norme della giustizia sociale? Se la risposta è negativa, allora dobbiamo ripensare criticamente la modernità che, separando le sorti dell’individuo da quelle della comunità e puntando tutto sull’individualismo, ha sconvolto e fagocitato ogni riferimento etico che non fosse riconducibile alla cifra singolaristica: «sparito il radicamento dell’etica comune, la socialità è affidata alla forza e agli egoismi» (p. 102). Da qui la necessità, preannunciata da Caprograssi, di superare in blocco l’individualità nel - l’esperienza comune. «Nella posizione di Capograssi – precisa Acocella – anche i tradimenti totalitari non fanno che confermare la necessità etica dello Stato, ultima posizione giudica dell’azione, che non può esaurire la vita morale, ma non ne può neppure prescindere» (pp. 104-5). In conclusione, occorre porre a fondamento dell’ordine morale e giuridico la morale comune, la sola capace di rendere possibile la convivenza tra molteplici comunità. Contro il relativismo, da un lato, ed il monismo e dispotismo, dall’altro, è necessaria dunque un’etica sociale e giuridica che miri a raggiungere un equilibrio tra l’individuo e la storia, riconoscendo in tal modo la dimensione universale che è insita nell’esistenza stessa, nell’esperienza che quotidianamente l’individuo fa, lottando contro tutto ciò che insidia l’idea della vita. Raccogliendo alcune riflessioni su questa grande trasformazione che ha interessato in particolare il mondo giuridico di questi ultimi anni, Giuseppe Acocella perviene, da un lato, alla constatazione della crisi del diritto unitario e, dall’altro, al riconoscimento della necessità dei cosiddetti corpi intermedi che l’individuo interpone tra sé e lo Stato. Così, nell’era del diritto mondiale, di fronte ad uno Stato che perde sempre più brandelli di sovranità, si fa strada «l’esperienza dei corpi intermedi tra individuo e collettività quali produttori del diritto e soggetti della negoziazione giuridica» (p. 12). Nell’era della globalizzazione, dunque, alla riduzione della so-
vranità dello Stato corrisponde la vitale rinascita delle forme intermedie che, producendo la legge, ricostruiscono il rapporto tra l’individuo e lo Stato, puntando sui diritti fondamentali della persona. «La grande trasformazione – sostiene giustamente Acocella – che segna l’inizio del terzo millennio dell’era cristiana mette dunque in gioco proprio l’inseparabile relazione che intercorre tra responsabilità individuale ed edificazione comune dell’ordine morale, mutando le prospettive del diritto, per il quale la lotta per l’ordine etico costituisce lo scopo storico del mondo umano». Spigolature 95 Perciò oggi risultano più che mai profetiche le parole di Pietro Piovani che, nel volume Linee di una filosofia del diritto (1968, p. 171), così ammoniva: «L’individuo che precipitosamente chieda difesa non più allo Stato, ma all’associazione professionale, perché a sua volta s’imponga allo Stato, e gli presti nuova forza, vuole, tramite l’associazione, protezione principalmente per il suo lavoro». Giuseppe Acocella, Etica, diritto, democrazia. La grande trasformazione, Bologna, Il Mulino, 2010, pp. 141, € 14,00.
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