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La fenomenologia della coscienza in Giovanni Gentile 49<br />
mini, perché è immanenza che recupera la trascendenza 28 . Quella di Gentile<br />
è una trascendenza cristiana, poiché non è più pensabile una trascendenza<br />
tout court, dopo l’avvento del Cristianesimo 29 .<br />
Tra Aristotele e Nietzsche, è il primo ad avere ragione: per vivere da<br />
soli, bisogna essere davvero o un Dio, cioè l’assoluta pienezza dell’autocoscienza,<br />
o un animale, l’assoluta assenza 30 . Il filosofo, se è uomo, sarà<br />
sempre accompagnato da se stesso, e instaurerà, anche nel suo eremo o<br />
nel chiuso della sua stanza, un dialogo con se stesso in quanto pensante e<br />
con la storia (innanzi tutto, con se stesso qual è stato, con la sua personale<br />
storia dunque). Non si basterà mai, mai si troverà completamente, e sempre<br />
si cercherà.<br />
La chiarezza dell’immanenza è il riflesso della luce della trascendenza.<br />
È l’unità che germina la nostra persona, ciò che noi siamo e sempre diveniamo.<br />
Se è chiaro questo rapporto, può diventare chiaro e come nasca la<br />
persona e che rapporto ci sia tra due concetti importanti nell’attualismo:<br />
tra l’Io trascendentale e l’io empirico. In effetti, è questa la dialettica dalla<br />
quale si forma il nostro mondo interiore, che è nostro, quel luogo dove ci<br />
troviamo perché vi è radicata la nostra esperienza esistenziale. È una distinzione<br />
che nasce in Kant, e che Gentile aveva conosciuto anche tramite<br />
il suo studio su Rosmini, e vi aveva saputo scorgere la preoccupazione<br />
dei due<br />
di garantire all’elemento formale e però costitutivo del sapere un valore superiore<br />
al soggetto inteso come soggetto finito 31 .<br />
Pian piano, però, egli riesce ad impadronirsi di questi concetti e a riformularli<br />
in modo assai originale. Kant non ha saputo cogliere la reale<br />
portata del suo concetto di Io trascendentale; e Berkeley ha trasceso il<br />
pensiero finito in modo errato, anche se giustificato. C’era da dare una risposta<br />
a come e da dove si generi questo pensiero, ma il dualismo in cui rimane<br />
impigliato il filosofo inglese, e perfino quello tedesco, non riesce a<br />
28 Cfr. IF, p. 108.<br />
29 Cfr. IF, pp. 250-1.<br />
30 Cfr. F. W. Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, Roma, Newton Compton editori, 1994, p. 34.<br />
31 Cfr. FFD, pp. 19-20.