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Giuliana Gambuzza
Costruire il discorso etico: tecniche e strumenti
Antonio Da Re, ordinario di Filosofia
morale presso l’Università di Padova,
firma per Bruno Mondadori, dopo Filosofia
morale. Storia, teorie, argomenti
(2003, con una 2ª edizione riveduta e
ampliata nel 2008), un’altra brossura di
taglio manualistico, che in parte rielabora
dei saggi già pubblicati
in alcune curatele e
che, al pari della precedente,
è stata pensata come
testo introduttivo alla
filosofia morale, d’ausilio
quindi – sembra legittimo
inferire – nei
corsi universitari. L’Autore
scopre le carte prima
ancora di dare inizio
al gioco pianificando,
nell’Introduzione, la stesura
di un secondo volume,
in cui approfondire
alcune problematiche (come quelle
dell’etica applicata), che in questo non
possono trovare, per ragioni di brevità,
spazi e modalità di trattazione adeguati
alla loro pregnanza.
Le parole dell’etica consta di otto capitoli,
i quali forniscono al lettore – come
già annunciato dal titolo, oltre che
dalla collana che ospita la pubblicazione
(“Sintesi”) – un vocabolario di base, utile
nel tematizzare le principali questioni
etiche ed efficace nel rielaborare certi
concetti che, entrati a far parte anche di
dibattiti extrafilosofici, come quello
dell’agenda politica, incessantemente rimaneggiati
nel discorso mass-mediatico,
hanno perso la nettezza dei contorni e la
densità del contenuto. Tanto più che
l’Autore propone alcuni significativi casi
attuali come esemplificazioni
di concetti o teorie:
per fare un esempio, la
legge n. 94 del 2009,
meglio nota come “Pacchetto
sicurezza”, viene
chiamata in causa per
spiegare in che cosa consista
concretamente la
dialettica tra vecchie e
nuove forme dell’ēthos.
A fungere da chiave
di lettura del testo è la
“duplice intenzionalità”
dell’etica, il suo configurarsi
come esperienza etica del soggetto
e, specularmente, come riflessione etica,
come ridefinizione di quell’esperienza,
mediante il sofisticato apparato concettuale
e metodologico messo a disposizione
dalla filosofia morale. Peraltro, la riabilitazione
dell’intenzionalità soggettiva,
all’interno di ogni valida teoria morale,
va di pari passo con il recupero della
funzione dell’etica nella quotidianità
dell’esistenza umana; in questo modo, si
rinuncia a costringere l’etica nel ruolo di