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Pare proprio che Huizinga si riferisca all’opera di volgarizzazione –<br />
opera tanto entusiastica quanto superficiale –, che alla fine dell’Ottocento<br />
effettuarono tantissimi «mediocri imbecilli» sulla dottrina del «filosofopoeta»<br />
Nietzsche, il cui pensiero, «nato dalla disperazione», si smarrì per<br />
via senza giungere mai alla casa della pura speculazione filosofica:<br />
C’è qualcosa di tragico nel fatto che l’odierna degenerazione dell’ideale eroico<br />
sia partita dalla superficiale ondata d’entusiasmo per la filosofia nietzschiana,<br />
che intorno al 1890 si diffuse in ambienti più vasti. Così il pensiero del filosofopoeta,<br />
nato dalla disperazione, si smarrì per via prima di aver raggiunto le dimore<br />
della speculazione pura. Tutti i mediocri imbecilli della fine del secolo<br />
parlarono di “superuomo”, come se fosse stato un loro fratello maggiore18 .<br />
Fin troppo scontata, per Huizinga, la netta condanna del marxismo<br />
nei suoi mortali effetti a danno della morale. Piuttosto, lo storico olandese<br />
riserva considerazioni acute e severe sugli effetti devastanti del freudismo<br />
nei confronti della morale e, soprattutto, del cristianesimo. Più affascinante,<br />
raffinato e sofisticato del marxismo, il freudismo offre ad una<br />
vastissima platea di demi-savants quel miracoloso passe-partout che serve a<br />
schiudere ogni uscio, che serve a fornire ad ogni tipo di problema la soluzione<br />
per antonomasia.<br />
Il freudismo, cui tanto fascino conferisce quell’apparato mitologico che desta<br />
così facilmente la consolante illusione di “essere finalmente giunti a comprendere”,<br />
per le generazioni venute su dall’inizio del novecento è stato senza dubbio<br />
un formidabile ingoiatore di certezze morali, che tutte seppe annullare sul<br />
suo facile concetto di “sublimazione”.<br />
Benché consenta le possibilità di una certa indipendenza spirituale, il freudismo<br />
è in realtà molto più anticristiano della morale marxistica. Con l’insistere sugli<br />
impulsi infantili posti a base dell’intera <strong>vita</strong> dell’anima e dello spirito, esso, per<br />
servirmi di un’espressione cristiana, subordina la virtù al peccato, e dalla carnalità<br />
fa sgorgare le rivelazioni supreme. Ma questo che importa a una generazione<br />
morta ormai interamente alla filosofia cristiana, e che sull’estensibile concetto<br />
della libido sa eseguire dei virtuosismi come su una fisarmonica?<br />
Ripeto: l’autore di queste pagine non si permette <strong>qui</strong> un giudizio sui meriti della<br />
psicanalisi come ipotesi scientifica o principio terapeutico. Ma come più sopra<br />
si è detto che il freudismo era una porta aperta all’indebolimento del livello<br />
18 Ivi, p. 105.<br />
La centralità della coscienza in Joseph Ratzinger 65