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qui - maria vita romeo

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La centralità della coscienza in Joseph Ratzinger 77<br />

ninteso, che ci provengono non già dall’esterno, bensì dall’immagine di<br />

Dio. Su questa anamnesi di Dio si fonda la natura universale della vera<br />

coscienza; su questa anamnesi di Dio si fonda quella sorta di sentimento<br />

del bene che nutre e indirizza la coscienza. Ecco: il concetto platonico di<br />

anamnesi ci dice che la Verità non proviene e non si impone dall’esterno,<br />

ma dev’essere ricercata e scoperta nelle profondità di una coscienza che,<br />

sia pur degradata e precipitata nelle tenebre dell’errore e dell’apparenza,<br />

possiede tuttavia la memoria-anamnesis della Verità e del Bene. E come<br />

può accadere che, dalla discesa-katabasis fin negli inferi dell’errore e della<br />

malvagità, la coscienza possa disporsi alla risalita-anabasis della memoria<br />

del vero e del bene? Anche in questo caso, ci soccorre Platone: perché la<br />

memoria si rischiari, è necessario aiutare la coscienza con un delicato procedimento<br />

di maieutica.<br />

Proprio su questo livello platonico-agostiniano della coscienza intesa<br />

come anamnesis, Ratzinger è in grado di superare la vecchia antinomia tra<br />

una malintesa autonomia della coscienza soggettiva ed un’altrettanto malintesa<br />

eteronomia dell’autorità oggettivamente data dalla legge. Un’antinomia,<br />

beninteso, che si rivela particolarmente nefasta, quando lacera e<br />

paralizza la <strong>vita</strong> di una Chiesa, che rischia di parteggiare ora per l’autorità<br />

della legge senza la libertà ora per la libertà senza l’autorità della legge. In<br />

altri termini, la tesi di Ratzinger sana codesta conflittualità, perché il concetto<br />

di coscienza autentica come anamnesis soddisfa le legittime esigenze<br />

della libertà e, al contempo, il concetto di maieutica garantisce le legittime<br />

esigenze del Magistero ecclesiastico. Da questo punto di vista, il Magistero<br />

– e in primo luogo il primato del Papa – devono ora intendersi non<br />

già come ottundimento e soggezione delle anime, bensì come necessario e<br />

prezioso aiuto maieutico a riaccendere la memoria del vero e del bene, la<br />

quale risiede nella parte più nobile di ogni uomo e proviene da Dio:<br />

Il Papa non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti, solo perché egli<br />

lo vuole o perché lo ritiene utile. Una simile concezione moderna e volontaristica<br />

dell’autorità può soltanto deformare l’autentico significato teologico del papato.<br />

Così la vera natura del ministero di Pietro è diventata del tutto incomprensibile<br />

nell’epoca moderna precisamente perché in questo orizzonte mentale<br />

si può pensare all’autorità solo con categorie che non consentono più alcun<br />

ponte tra soggetto e oggetto. Ma le cose si presentano del tutto diverse a partire

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