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78 Giuseppe Pezzino<br />
da un’antropologia della coscienza, quale abbiamo cercato di delineare a poco a<br />
poco in queste riflessioni. L’anamnesi infusa nel nostro essere ha bisogno, per<br />
così dire, di un aiuto dall’esterno per diventare cosciente di sé. Ma questo “dal<br />
di fuori” non è affatto qualcosa di contrapposto, anzi è piuttosto qualcosa di ordinato<br />
ad essa: esso ha una funzione maieutica, non le impone niente dal di<br />
fuori, ma porta a compimento quanto è proprio dell’anamnesi, cioè la sua interiore<br />
specifica apertura alla verità 38 .<br />
E, affinché la sua tesi non sia male intesa come soluzione “debole” o<br />
come atto di sostanziale resa nei confronti di un certo delirio di onnipotenza<br />
e di onniscienza della coscienza soggettiva, Ratzinger torna a precisare<br />
le sue idee sul primato del Papa e sull’autorità della Chiesa:<br />
Ciò non significa che i fedeli possiedano una fattuale onniscienza, ma indica<br />
piuttosto la certezza della memoria cristiana. Essa naturalmente impara di continuo,<br />
ma a partire dalla sua identità sacramentale, e operando così interiormente<br />
un discernimento tra quanto è uno sviluppo della memoria e quanto è<br />
una sua distruzione o una sua falsificazione. Oggi noi, proprio nella crisi attuale<br />
della Chiesa, stiamo sperimentando in modo nuovo la forza di questa memoria<br />
e la verità della parola apostolica: più delle direttive della gerarchia è la capacità<br />
di orientamento della memoria della fede semplice che porta al discernimento<br />
degli spiriti. Solo in tale contesto si può comprendere correttamente il primato<br />
del Papa e la sua correlazione con la coscienza cristiana. Il significato autentico<br />
dell’autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della memoria<br />
cristiana. Il Papa non impone dall’esterno, ma sviluppa la memoria cristiana<br />
e la difende 39 .<br />
Sul secondo livello della coscienza – quello che ricorre al termine<br />
“conscientia” e che riguarda il momento del giudicare – Ratzinger non<br />
spende molte parole, perché aderisce sostanzialmente a quel che aveva<br />
scritto san Tommaso a tal riguardo. Gli preme però precisare che il momento<br />
del giudicare da parte della conscientia, oltre a legarsi al momento<br />
della volontà, deve necessariamente mantenersi in simbiosi con il livello<br />
dell’anamnesi, a pena di pericolose scivolate giustificazioniste a favore di<br />
qualunque decisione – anche la più malvagia – assunta dalla conscientia.<br />
38 J. Ratzinger, L’elogio della coscienza. La Verità interroga il cuore, cit., p. 26.<br />
39 Ivi, pp. 27-8.