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va di quella razionalità limpida a cui<br />
l’esperienza scientifica l’aveva formato.<br />
In effetti le Provinciali non sono, come<br />
sottolinea Peratoner, né il «contributo di<br />
un polemista di vaglia», né «l’apporto di<br />
un esperto teologo», che di contro darà<br />
prova delle sue conoscenze teologichedogmatiche<br />
negli Scritti sulla grazia,<br />
opera ove Pascal, lontano dal clima polemico<br />
che avvolge la stesura delle Petites<br />
Lettres, affronta con più libertà e serenità<br />
la questione della grazia e dei problemi<br />
ad essa connessi.<br />
Dall’analisi completa delle opere pascaliane,<br />
Peratoner fa notare la chiarezza<br />
dello stile di Pascal, la cui «qualità artistica<br />
[…] è di altissimo livello» grazie<br />
soprattutto alla «grande versatilità e plasticità<br />
di una scrittura, che di volta in<br />
volta sa assumere la forma più opportuna<br />
alla materia trattata, suscitando un<br />
alto grado di coinvolgimento nel lettore<br />
e finendo col fare convergere, sino alla<br />
coincidenza, forma e contenuto» (p.<br />
165). Questa concretezza espressiva cara<br />
a Pascal mostra, secondo Peratoner, la<br />
distanza tra il Nostro ed alcuni esponenti<br />
di Port-Royal, i quali rifuggivano dalla<br />
concretezza al punto da risultare incapaci<br />
di apprezzare il valore stilistico delle<br />
Pensées, che vennero ampiamente rimaneggiate,<br />
tradendo così il valore stilistico<br />
del «fondatore della prosa francese» (p.<br />
166).<br />
A proposito delle Pensées, Peratoner<br />
ci offre una dettagliata analisi di quest’opera,<br />
la cui incompiutezza ha dato<br />
origine, nell’arco di tre secoli, a tantissime<br />
edizioni tutte dirette a tentare di ricombinare,<br />
in vari modi e con spiega-<br />
Spigolature 91<br />
zioni diverse, l’ordine dei frammenti.<br />
Così Peratoner, dopo aver proposto una<br />
«ragione architettonica delle Pensées» –<br />
già d’altra parte ampiamente analizzata<br />
nel suo Blaise Pascal. Rivelazione e Fondazione<br />
dell’etica (Venezia, 2002) –,<br />
giunge all’ine<strong>vita</strong>bile riconoscimento<br />
che la «struttura generale della monumentale<br />
architettura pascaliana risponde<br />
all’esigenza logica ed epistemologica di<br />
trovare adeguata spiegazione alla configurazione<br />
problematica dello statuto antropologico<br />
– riscontrato su base fenomenologica<br />
–, in quanto plesso esperienziale<br />
complesso effetto da contrariétés»<br />
(p. 218). I Pensieri – la cui “prima<br />
parte” viene dedicata alla Miseria dell’uomo,<br />
miseria che si risolve nella “seconda<br />
parte” dedicata alla Felicità dell’uomo<br />
con Dio – esprimono “un’articolata<br />
prova antropologica della verità del<br />
Cristianesimo”, religione che Pascal, con<br />
un rigore razionale di ovvia ispirazione<br />
scientifica, dimostra essere l’unica capace<br />
di risolvere l’enigma uomo.<br />
Si giunge così ine<strong>vita</strong>bilmente all’etica<br />
pascaliana «punto di arrivo e di sintesi,<br />
luogo di realizzazione e compimento<br />
pratico della realtà, indagata e conosciuta,<br />
di Dio, del mondo e dell’uomo» (p.<br />
243). La morale è dunque “l’esito, il cuore<br />
di tutto”; essa è infatti caratterizzata<br />
da una forte prospettiva eudemonistica,<br />
che risponde d’altra parte all’architettura<br />
dell’Apologie stessa, ove la felicità dell’uomo<br />
con Dio si presenta come una macrostruttura<br />
che informa l’intera argomentazione<br />
apologetica. A ragione, dunque,<br />
si parla di un primato della morale testimoniato<br />
dal vissuto esperienziale dello