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56 Giuseppe Pezzino<br />

fiore della gioventù europea andava a morire nelle luride trincee della prima<br />

guerra mondiale. Una guerra – forse la più crudele del Novecento –<br />

le cui «gigantesche carneficine» papa Benedetto XV ebbe a condannare<br />

nettamente fin dal novembre 1914:<br />

Il tremendo fantasma della guerra domina dappertutto, e non v’è quasi altro<br />

pensiero che occupi ora le menti. Nazioni grandi e fiorentissime sono là sui<br />

campi di battaglia. Qual meraviglia perciò, se ben fornite, come sono, di quegli<br />

orribili mezzi che il progresso dell’arte militare ha inventati, si azzuffano in gigantesche<br />

carneficine? Nessun limite alle rovine, nessuno alle stragi: ogni giorno<br />

la terra ridonda di nuovo sangue e si ricopre di morti e feriti. E chi direbbe che<br />

tali genti, l’una contro l’altra armata, discendano da uno stesso progenitore, che<br />

sian tutte della stessa natura, e parti tutte d’una medesima società umana? Chi li<br />

ravviserebbe fratelli, figli di un unico Padre, che è nei Cieli? E intanto, mentre<br />

da una parte e dall’altra si combatte con eserciti sterminati, le nazioni, le famiglie,<br />

gli individui gemono nei dolori e nelle miserie, funeste compagne della<br />

guerra; si moltiplica a dismisura, di giorno in giorno, la schiera delle vedove e<br />

degli orfani; languiscono, per le interrotte comunicazioni, i commerci, i campi<br />

sono abbandonati, sospese le arti, i ricchi nelle angustie, i poveri nello squallore,<br />

tutti nel lutto 2 .<br />

In verità, negli anni della guerra, accorato e costante fu l’appello di<br />

papa Giacomo Della Chiesa a deporre le armi e a fondare una «pace giusta<br />

e duratura». E soprattutto colpisce lo scenario catastrofico che questo<br />

Pontefice ebbe a disegnare – con spirito profetico e con lucida analisi dei<br />

fatti – per l’Europa che, al terzo anno di guerra, «travolta da una follia<br />

universale» stava correndo incontro ad «un vero e proprio suicidio»:<br />

Chi ha seguito l’opera Nostra per tutto il doloroso triennio che ora si chiude,<br />

ha potuto riconoscere che come Noi fummo sempre fedeli al proposito di assoluta<br />

imparzialità e di beneficenza, così non cessammo dall’esortare e popoli e<br />

Governi belligeranti a tornare fratelli, quantunque non sempre sia stato reso<br />

pubblico ciò che Noi facemmo a questo nobilissimo intento. Sul tramontare<br />

del primo anno di guerra Noi, rivolgendo ad Essi le più vive esortazioni, indicammo<br />

anche la via da seguire per giungere ad una pace stabile e dignitosa per<br />

tutti. Purtroppo, l’appello Nostro non fu ascoltato: la guerra proseguì accanita<br />

per altri due anni con tutti i suoi orrori: si inasprì e si estese anzi per terra, per<br />

2 Benedetto XV, Lettera Enciclica «Ad Beatissimi Apostolorum», 1 novembre 1914.

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