quaderni di documentazione locale - Sistema Bibliotecario dell'Area ...
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Roncalli, sino a ieri car<strong>di</strong>nale e patriarca<br />
<strong>di</strong> Venezia, e da questa sera<br />
vicario in terra del Cristo, è chiamato<br />
a sublimare la naturale cattolicità della<br />
sua stirpe (i poveri sono universali) in<br />
una paterna sollecitu<strong>di</strong>ne, che non<br />
ammette limiti <strong>di</strong> tempo, <strong>di</strong> spazio, <strong>di</strong><br />
carità. Quando l’orto non ha più siepe,<br />
è largo come il mondo, che è poi<br />
la vigna del Signore. Giovanni XXIII<br />
ci arriva a settantasette anni, quasi un<br />
operaio dell’ultima ora. Questo è il<br />
solo rammarico che potrebbe farsi<br />
strada nel nostro animo che traduce<br />
in aperta preghiera la propria composta<br />
letizia […]. Il tempo non conta<br />
per il vero fedele, che avendo il<br />
senso dell’eterno sa che con l’aiuto<br />
dello Spirito e nell’attesa dell’intera<br />
cristianità si può explere in brevi tempora<br />
multa […]. Giovanni XXIII lo<br />
sa, e intende obbe<strong>di</strong>re alle esigenze<br />
dello Spirito nel più breve tempo,<br />
onde avere lunga pace nella misericor<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> Dio e nella riconoscenza<br />
dei suoi figli» (Adesso, 1 novembre<br />
1958). Primo Mazzolari segnalava,<br />
ante litteram, il leitmotiv, la sintesi <strong>di</strong><br />
tutta una esistenza e del suo orientamento<br />
quale egli, l’umile papa, avrebbe<br />
suggerita ai primi affrettati<br />
biografi: «Questo è il mistero della<br />
mia vita. Non cercate altre spiegazioni.<br />
Ho sempre ripetuta la frase <strong>di</strong><br />
San Gregorio Nazianzeno: La tua<br />
volontà, Signore, è la mia pace. Lo stesso<br />
pensiero è contenuto nelle altre<br />
che mi tennero sempre buona<br />
compagnia: Oboedentia et pax» (GdA,<br />
106<br />
Loris Francesco Capovilla<br />
par. 1043, in nota). A esorcizzare il<br />
pericolo <strong>di</strong> illudersi circa l’umana<br />
esaltazione, mentre gli costava «un<br />
vero sacrificio lasciarsi portare in<br />
se<strong>di</strong>a gestatoria» (DMC, II, 636),<br />
egli continuerà a richiamare su questo<br />
binomio l’attenzione dei posteri,<br />
come fece agli inizi del pontificato:<br />
«L’oboedentia et pax, a ben stu<strong>di</strong>arlo,<br />
è veramente un motto arcano e<br />
possente, che irrobustisce lo spirito<br />
e resta una <strong>di</strong>visa concreta e solenne.<br />
L’obbe<strong>di</strong>enza è sempre necessaria,<br />
anche se accompagnata da sacrifici,<br />
che essa però rende sopportabili<br />
e lievi. La pace grande dello spirito<br />
ne è l’immancabile conseguenza»<br />
(DMC, I, 518). Obbe<strong>di</strong>enza a<br />
Dio e alle sue leggi, ai ritmi della<br />
storia e della natura e alla coscienza<br />
fatta robusta. Ripensando a una mia<br />
corrispondenza con Ignazio Silone<br />
– che mi aveva confidato d’aver tenuto<br />
presente Giovanni XXIII nel<br />
concepire L’avventura <strong>di</strong> un povero cristiano<br />
– risento la sentenza che egli<br />
mette sulle labbra a Pietro Angelerio<br />
del Murrone, eletto papa col<br />
nome <strong>di</strong> Celestino V, il 15 luglio<br />
1294: «C’è un proverbio che <strong>di</strong>ce:<br />
Bada a quello che il prete annuncia<br />
e non a quello che il prete fa. Probabilmente<br />
è un proverbio inventato,<br />
per proprio comodo, da qualche<br />
pre<strong>di</strong>catore. Ma vi assicuro che il<br />
popolo cristiano la pensa e giu<strong>di</strong>ca<br />
al contrario e, a mio avviso, esso ha<br />
perfettamente ragione. Esso bada<br />
più a quello che i preti fanno che a