quaderni di documentazione locale - Sistema Bibliotecario dell'Area ...
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tù dell’obbe<strong>di</strong>enza e sotto pena <strong>di</strong><br />
scomunica e <strong>di</strong> un mese <strong>di</strong> carcere,<br />
gli ingiunse <strong>di</strong> non promettere mai<br />
più a nessuno <strong>di</strong> liberare, con quel<br />
tipo <strong>di</strong> orazione, le anime dalle pene<br />
del purgatorio. 105<br />
In numerosi luoghi si facevano falò,<br />
che vennero vietati, sotto pena della<br />
scomunica, perché residui <strong>di</strong> riti pagani:<br />
ad Olera (martedì 4 ottobre<br />
1547), 106 a Zogno (1° settembre<br />
1548), 107 a Dossena (12 settembre<br />
1548) 108 e a Serina (13 settembre<br />
1548). 109<br />
Mercoledì 6 agosto 1567 fra’ Giuseppe<br />
da Brembilla, minore francescano<br />
osservante e pre<strong>di</strong>catore del<br />
convento <strong>di</strong> Romacolo, <strong>di</strong>chiarò<br />
che in quelle contrade vi era una<br />
superstizione che gli pareva sentisse<br />
<strong>di</strong> eresia, cioè che quando qualche<br />
sacerdote segnava con gli esorcismi<br />
permessi dalla Chiesa qualche spiritato<br />
o maleficiato, la maggior parte<br />
delle persone <strong>di</strong>ceva che si voleva<br />
fare tempestare. Altri quando veniva<br />
il maltempo toglievano le catene<br />
dal fuoco e le mettevano sotto<br />
l’acqua per farlo cessare. 110<br />
PATTI CON IL DIAVOLO (1623)<br />
Il 25 gennaio 1623 nella casa <strong>di</strong> don<br />
Giacomo Perlini, parroco <strong>di</strong> Valtorta,<br />
davanti a don Giovanni Battista<br />
Boregio, parroco <strong>di</strong> Cusio e provicario<br />
foraneo <strong>di</strong> Averara, Domenico<br />
fu Guarisco Regazzoni <strong>di</strong> Rava<br />
<strong>di</strong> Valtorta, <strong>di</strong> circa 30 anni, toccando<br />
le Sacre Scritture <strong>di</strong>chiarò<br />
94<br />
Gabriele Medolago<br />
che un giorno che non ricordava<br />
del gennaio 1622, trovandosi nelle<br />
carceri del podestà <strong>di</strong> Bergamo, aveva<br />
incontrato il giovane Giovanni<br />
Maria Mairini figlio <strong>di</strong> un mulattiere<br />
<strong>di</strong> Borgo S. Caterina, pure incarcerato,<br />
che gli aveva detto che voleva<br />
ricopiare una formula <strong>di</strong> giuramento<br />
in cui vi erano le parole Calcador,<br />
amador ed altre parole <strong>di</strong>aboliche,<br />
scritta su <strong>di</strong> una carta in fondo alla<br />
quale vi era il nome <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>avoli, e<br />
che chi credeva in essi avrebbe avuto<br />
la grazia che desiderava. Disse<br />
anche che, avendo copiato quello<br />
scritto e trovato quelle cose, l’aveva<br />
bruciato alla lucerna e aveva ridato<br />
al Mairini la sua copia e questi aveva<br />
detto <strong>di</strong> restituirla al cavalier<br />
Tasso dal quale l’aveva avuta. Disse<br />
<strong>di</strong> aver detto per scarico della coscienza<br />
queste cose che erano avvenute<br />
alla presenza <strong>di</strong> Bernardo<br />
Tolò <strong>di</strong> Zogno ed aggiunse che la<br />
scrittura <strong>di</strong>ceva che si doveva cavar<br />
sangue da una mano e metterlo sopra<br />
foglie <strong>di</strong> lauro. La <strong>di</strong>chiarazione<br />
venne sottoscritta dal Ragazzoni ed<br />
autenticata da don Pietro Baschenis<br />
parroco <strong>di</strong> Cassiglio e notaio apostolico.<br />
NOTE<br />
Gabriele Medolago<br />
1 Visite pastorali alla plebania <strong>di</strong> Valsassina<br />
(da ora in poi VPVlss) XXXIV, 5; G.