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quaderni di documentazione locale - Sistema Bibliotecario dell'Area ...

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Tra “storia casalinga” e “periferia infinita”<br />

(La Repubblica, 2 <strong>di</strong>cembre 2007),<br />

che si presta a un’ulteriore riflessione<br />

sugli sviluppi della storia <strong>locale</strong>.<br />

«L’Italia – scrive Diamanti – è una<br />

terra <strong>di</strong> città piccole e me<strong>di</strong>e. Un<br />

“Paese <strong>di</strong> compaesani”, come l’ha<br />

definito il sociologo Paolo Segatti».<br />

Un paese che si sta trasformando<br />

inconsapevolmente «in una periferia<br />

infinita». Borghi e piccole città si<br />

svuotano, «mentre gli abitanti si sono<br />

trasferiti all’esterno. Creano periferie<br />

ricche. Ma pur sempre periferie.<br />

Aggregati senza centro. Con<br />

scarse relazioni». Il paesaggio intorno<br />

a noi è cambiato troppo e in poco<br />

tempo: la periferia <strong>di</strong>laga; il “centro<br />

storico”, bello e inabitato, sempre<br />

più lontano. Al mutamento, fisico,<br />

s’accompagna quello sociale: la<br />

crescita della popolazione anziana,<br />

l’arrivo <strong>di</strong> persone provenienti da<br />

altre nazioni. Le nostre storie locali<br />

segnalano con notevole ritardo questi<br />

cambiamenti o, ad<strong>di</strong>rittura, li escludono.<br />

Se il “centro” è stato sufficientemente<br />

raccontato, la “periferia”<br />

è ancora tutta da scrivere. La<br />

storia dei quartieri <strong>di</strong> una città, <strong>di</strong> chi<br />

li abita. Quando mai si parlerà dei<br />

giovani, delle donne, <strong>di</strong> quelle figure<br />

e gruppi sociali che danno vita alla<br />

periferia umana dei mon<strong>di</strong> locali? La<br />

“tempesta” <strong>di</strong> paesi che, nelle note<br />

<strong>di</strong> Gabriele Rosa, caratterizzava la<br />

Valle San Martino del secondo Ottocento<br />

è oggi un continuum <strong>di</strong> case e<br />

fabbriche, <strong>di</strong> piccole aziende e strade:<br />

una periferia infinita.<br />

E gli stranieri? Alcuni <strong>di</strong> loro risiedono<br />

dalle nostre parti da più <strong>di</strong><br />

vent’anni; a Bergamo sono nati i loro<br />

figli. Potranno mai un giorno essere<br />

considerati “bergamaschi d’altri paesi”?<br />

E tutto ciò non rientra nella storia<br />

<strong>locale</strong> <strong>di</strong> un territorio?<br />

Nel 1881 Tiraboschi, raccogliendo i<br />

materiali su Parre, tracciava una sorta<br />

<strong>di</strong> modello <strong>di</strong> storia <strong>locale</strong>. Nel 1981<br />

il progetto Storie locali: per chi? apriva la<br />

strada <strong>di</strong> nuovi interessanti percorsi.<br />

Dovremo attendere un altro secolo<br />

prima <strong>di</strong> registrare ulteriori salti <strong>di</strong><br />

qualità per scrivere storia <strong>locale</strong>? È<br />

una questione che, prima o poi, sarebbe<br />

opportuno porre. Forse, meglio<br />

prima che poi.<br />

Giovanni Mimmo Boninelli<br />

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