quaderni di documentazione locale - Sistema Bibliotecario dell'Area ...
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Il 7 novembre 1669 don Piatti, arciprete<br />
<strong>di</strong> San Martino e vicario foraneo,<br />
notificò alla Curia <strong>di</strong> aver riferito<br />
ai parroci il pensiero del vescovo circa<br />
l’interesse per maleficiati e cooperatori.<br />
95<br />
SEGNATURE<br />
Le cosiddette segnature erano pratiche<br />
religioso-popolari con finalità<br />
curativa, eseguite solitamente con<br />
un particolare rituale che prevedeva<br />
anche la recita <strong>di</strong> formule stabilite e<br />
il compimento <strong>di</strong> determinati gesti.<br />
Dato che rasentavano la superstizione<br />
e la magia, e spesso vi cadevano<br />
in pieno, erano vietate dalle<br />
autorità ecclesiastiche, mentre dalla<br />
92<br />
Gabriele Medolago<br />
popolazione erano viste solamente<br />
come un modo per curarsi.<br />
Il 15 luglio 1536 a Selvino il parroco<br />
don Giovanni Antonio Vailati <strong>di</strong><br />
Ghisalba riferì che le donne segnavano<br />
la febbre non pronunciando<br />
altre parole, non osservando il numero<br />
delle bene<strong>di</strong>zioni e dei segni<br />
<strong>di</strong> croce e non <strong>di</strong>cendo cose superstiziose.<br />
96<br />
Troviamo notizie <strong>di</strong> segnature nel<br />
1538 a proposito <strong>di</strong> Quaiessa.<br />
A Bordogna lunedì 10 settembre<br />
1548 il vescovo proibì <strong>di</strong> continuare<br />
ad una donna che segnava il morbo<br />
vermino (tenia). 97<br />
Lunedì 17 a Sambusita il parroco<br />
don Giovanni Antonio Grigis da<br />
Valtorta.