quaderni di documentazione locale - Sistema Bibliotecario dell'Area ...
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aciato l’avrebbe denunziata<br />
all’Inquisitore e fatta bruciare. Infine<br />
mandò a casa <strong>di</strong> Quaiessa la madre<br />
del fanciullo e una tale Antonia<br />
chiedendo che ad ogni modo andasse<br />
a segnarlo e <strong>di</strong>cendo che<br />
l’avrebbero pagata e che altrimenti<br />
l’avrebbe fatta bruciare e tanto <strong>di</strong>ssero<br />
e tanto fecero che la portarono<br />
con loro, anche se con non molta<br />
fatica. Il bambino era nella culla,<br />
Quaiessa lo fece prendere in braccio<br />
da sua madre, mentre prima<br />
l’aveva avuto in braccio Pavona, e<br />
<strong>di</strong>sse che gli alzasse un braccio e lo<br />
mettesse riverso e la madre lo fece.<br />
Quaiessa gli alzò i panni presso il<br />
collo e gli soffiò vicino all’osso della<br />
spalla <strong>di</strong>cendo a bassa voce parole<br />
che non si sentivano e ripeté per tre<br />
volte tutta l’operazione. Disse poi<br />
alla madre che gli desse il seno ed<br />
alla risposta <strong>di</strong> questa che non tettava<br />
replicò che lo avrebbe fatto e così fu<br />
subito, poi il bimbo si addormentò e<br />
dormì sino al giorno dopo, mentre<br />
prima non aveva mai dormito. Era<br />
guarito. 33<br />
La versione <strong>di</strong> Quaiessa era <strong>di</strong>versa:<br />
Pavona le aveva chiesto <strong>di</strong> segnare<br />
un suo abiatichetto (nipotino), ma<br />
lei aveva chiesto se non lo sapevano<br />
fare da sole le donne <strong>di</strong> casa. Non<br />
voleva andare da lui ed ebbe un <strong>di</strong>verbio<br />
con la donna, ma poi fu convinta<br />
dalla figlia. Negò <strong>di</strong> essere stata<br />
minacciata <strong>di</strong> denunzia davanti<br />
all’inquisitore se non l’avesse segnato.<br />
Disse <strong>di</strong> averlo visto malato e <strong>di</strong><br />
84<br />
Gabriele Medolago<br />
averlo segnato 3 volte nel viso, nel<br />
petto e nelle spalle, come si faceva<br />
normalmente, ripetendo 3 volte: In<br />
nomine patris [etc.]. Confermò <strong>di</strong> avere<br />
avuto un <strong>di</strong>verbio con Pavona<br />
quando non voleva segnarlo. Le fu<br />
chiesto come mai avesse fatto alzare<br />
il braccio, ma rispose <strong>di</strong> aver solamente<br />
segnato il fanciullo 34 e <strong>di</strong><br />
aver detto 3 Pater e 3 Ave ad onor <strong>di</strong><br />
Dio, mentre negò <strong>di</strong> aver fatto alzare<br />
il braccio, <strong>di</strong> aver detto parole<br />
segrete e <strong>di</strong> aver soffiato. Le fu<br />
chiesto se nel segnare si dovevano<br />
sollevare i panni alle spalle. Disse<br />
che il bambino quando lo aveva segnato<br />
era in casa <strong>di</strong> Andrea Follatore<br />
in una culla e non lo aveva fatto<br />
muovere. Ammise anche <strong>di</strong> aver segnato<br />
un figlio <strong>di</strong> Antonia, nipote<br />
del parroco don Ottaviano Culpani,<br />
che aveva i vermi. Affermò <strong>di</strong> non<br />
sapere come mai le persone si rivolgessero<br />
a lei per le segnature e<br />
che chiedeva sempre se non sapevano<br />
arrangiarsi da sole. 35<br />
Un altro caso fu quello <strong>di</strong> Lorenza<br />
moglie <strong>di</strong> Beltramo Carminati, 36 che<br />
era stata segnata da Quaiessa con<br />
una grave malattia dato che sembrava<br />
fuori <strong>di</strong> sé e le «veniva in animo<br />
Dio o la Madonna e le sembrava<br />
<strong>di</strong> voler crepare e le veniva in<br />
gola che pareva si volesse annegare<br />
ed era tutta balorda». Ella sospettò<br />
<strong>di</strong> Quaiessa, dato che poco tempo<br />
prima avevano avuto un <strong>di</strong>verbio ed<br />
erano venute alle mani e Quaiessa<br />
aveva detto che e te concerò un <strong>di</strong> cosi