opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...
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L’ospitalità dell’Abate<br />
moderni hotel ed alberghi. Da sempre è la regola stessa voluta da San Benedetto da Norcia<br />
a fissare le modalità dell’asilo offerto al viandante, indipendentemente dal suo censo,<br />
dalla sua reputazione e dalle ragioni che fin lì l’hanno spinto. Egli viene accolto come<br />
alter Cristum e come tale assistito in tutto ciò di cui necessita: dalle pulizie personali alle<br />
eventuali medicazioni, dal vestiario al cibo, dal giaciglio sul quale riposare alle informazioni<br />
per il prosieguo del viaggio. Su tutto, poi, prevale una modalità d’assistenza che<br />
oggi risulta scandaloso il solo pronunciarne il nome: la gratuità.<br />
È proprio relativamente a questo spirito di donazione e a queste competenze di servizio<br />
che nel presente anno scolastico gli alunni della nostra scuola si sono informati e<br />
hanno svolto molteplici esperienze didattiche. Chi ha lavorato alla ricerca storica intorno<br />
all’abbazia di Villanova e agli altri siti di accoglienza religiosa del veronese, chi ha approfondito<br />
le proprie competenze sulle peculiarità dell’ospitalità benedettina, chi ha rivolto<br />
lo sguardo su un altro settore distintivo dell’alta competenza scientifica dei monaci<br />
come quello dell’erboristeria e dello studio delle piante officinali.<br />
Il presente <strong>opuscolo</strong>, pertanto, lungi dall’avere la qualsivoglia presunzione di esaustività<br />
storica o scientifica, intende piuttosto raccogliere una sintesi, per quanto talvolta<br />
rapsodica, per quanto sommaria, di quanto è stato svolto dalle classi seconde e terze del<br />
nostro istituto alberghiero nel corso dell’anno scolastico 2006/2007 relativamente ad un<br />
progetto pluridisciplinare e complesso come quello sull’accoglienza presso i monasteri<br />
benedettini. Si è cercato di riunire qui e dare forma alla varietà delle attività svolte a<br />
scuola e fuori da essa da alunni ed insegnanti, che hanno portato gli uni e gli altri a<br />
specializzarsi sugli ambiti ricettivi di un settore che trova oggi un rinnovato impulso nel<br />
turismo religioso e in quelle forme di vacanza “alternative” di carattere più propriamente<br />
spirituale che si contrappongono alla forma classica di svago “spensierato”.<br />
Il testo si apre dunque con l’addentrarsi nella peculiarità del tema dell’accoglienza<br />
religiosa, in generale, e di quella benedettina di ieri e di oggi, più in particolare.<br />
Un passaggio doveroso viene fatto sulla cucina e sul significato della regola del “mangiare”<br />
presso il monastero, con i suoi ritmi e le sue indicazioni antiche e moderne riguardanti<br />
la consumazione dei pasti. Si tratta, certamente, di una cucina povera ed essenziale.<br />
Qui, più che la qualità della mensa, conta la modalità della sua somministrazione e il<br />
significato del nutrirsi nel corpo, aspetto del vivere quotidiano certamente necessario<br />
ma comunque considerato dai religiosi di gran lunga secondario rispetto alle necessità di<br />
nutrimento dello spirito e della mente.<br />
Dopo una breve disamina storica sull’abbazia di Villanova e sugli antichi cenobi<br />
viciniori per lo più scomparsi o di cui rimane solo una vaga traccia, si trova un accenno<br />
sui prodotti che da secoli si realizzano nei monasteri o che, comunque, sono stati per la<br />
prima volta sperimentati in tali luoghi attraverso l’invenzione di bevande e cibi tramite<br />
lo sfruttamento del surplus: vini, birre, liquori, distillati sono tutti prodotti che hanno<br />
distinto molti monasteri europei rispetto agli altri.