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opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

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L’ospitalità dell’Abate<br />

l’ospite e del forestiero. Con una vera liturgia di segni e gesti di servizio (gli stessi che<br />

Benedetto chiede nel cap. LIII della regola - lavare i piedi, offrire riparo, protezione,<br />

cibo, bevanda) il patriarca accoglie tre pellegrini alle quercie di Manre. Questa ospitalità<br />

non resta senza ricompensa. Alla moglie Sara, considerata “disgraziata” perché sterile,<br />

poiché si rende operosa nell’accoglienza, i tre sconosciuti promettono la fecondità.<br />

Lei, dietro la tenda, ride incredula. Dopo un anno darà alla luce Isacco (figlio del sorriso)<br />

e la discendenza continuerà numerosa come le stelle del cielo.<br />

Abbiamo letto un rivoluzionario testo del Levitico (25,23) che afferma che ogni<br />

uomo e donna devono sentirsi ospiti e stranieri, in una terra che ha un unico proprietario:<br />

Dio.<br />

In Lv 13,33-34, il comandamento è di amare lo straniero che dimora nella nostra terra<br />

come noi stessi: “Ricordatevi che anche voi foste stranieri in Egitto!”.<br />

Nel Nuovo Testamento, Gesù, giudice finale della storia (Mt 25,31-46), si identifica<br />

in ogni povero e in ogni straniero che viene accolto, in ogni affamato e assetato che viene<br />

assistito. L’ospitalità è al centro del vangelo ma qui è certamente meglio affermata ed<br />

esplicitata: è condizione decisiva per essere a nostra volta accolti nel suo regno.<br />

Non potevamo trascurare la lettera agli Ebrei che reinterpreta il testo dell’accoglienza<br />

sotto la tenda dei tre sconosciuti, invitando la primitiva comunità cristiana a praticare<br />

l’ospitalità, perché, senza saperlo, molti hanno accolto in casa “gli angeli”.<br />

L’ospitalità nelle altre culture e religioni.<br />

Non ci siamo fermati al contesto ebraico-cristiano, ma ci siamo interrogati su quale<br />

atteggiamento culturale e di fede abbiano le persone che sono per noi “altre”, per i tanti<br />

elementi distintivi. Non c’eravamo mai chiesti quali riferimenti spirituali, morali e normativi<br />

abbiano le persone “altre” nei nostri confronti. Cosa pensano di noi quando sono<br />

loro ad accoglierci. È sorprendente che anche “gli altri” abbiano una visione dell’ospitalità<br />

non molto dissimile alla nostra, anzi motivata anch’essa da profonde ragioni di fede<br />

e antica saggezza.<br />

Abbiamo “spiluccato” tra una ventina di testi sacri di varie religioni (vedi tabella<br />

allegata a fine testo). Anche se alcuni testi sono parsi a volte ingenui e poetici, la loro<br />

lettura ha colpito studenti e professore. Chi ci incontra ha una visione positiva e sacra di<br />

noi. Anche l’altro riconosce in noi una presenza divina e la rispetta. Perché dovremmo<br />

presupporre che l’altro mi debba essere a tutti i costi e innanzitutto ostile, concorrente,<br />

nemico? Dopo questa lettura, tutti abbiamo condiviso una nuova consapevolezza: l’ospitalità<br />

davvero può considerarsi uno degli elementi fondamentali dell’ethos dei popoli di<br />

tutti i tempi e in tutte le latitudini.<br />

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