opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...
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LA MEDICINA DELL’ALTO MEDIOEVO<br />
a cura della prof.ssa Sabrina Benvenuti con la classe 2^ Aso<br />
63<br />
L’ospitalità dell’Abate<br />
Con i barbari che premevano ai confini, senza che da questa parte nessuno avesse<br />
veramente la voglia di battersi per fermarli, l’Impero Romano del IV secolo d.C. si<br />
trovava in una brutta situazione. All’interno, devastanti pestilenze (specie di malaria e<br />
di vaiolo) minavano le popolazione e l’economia.<br />
Nell’anno 326 Costantino dichiarò il Cristianesimo religione ufficiale. Per questo<br />
lo accusarono di voler minare le fondamenta dell’Impero Romano. Avuta via libera,<br />
i Cristiani trasformarono in breve tempo i templi in chiese, ed elessero Gesù Cristo<br />
guaritore dell’umanità. Prima vicino agli altari, poi anche nelle case private, i malati<br />
guarivano per intercessione dei santi.<br />
Molti medici (fino a S.Ildegarda di Bingen, anche lei medico) scrissero allora libri<br />
“dettati dallo Spirito Santo.” È per questo che molti scritti medici di quest’epoca<br />
vengono detti “capsule eburnee”: l’autore, pervaso come dalla sapienza ricevuta dalla<br />
rivelazione, vuole rendere gli altri partecipi dei segreti che ha potuto conoscere.<br />
Nei libri di medicina scritti dai Padri della chiesa, il corpo umano viene considerato<br />
come manifestazione armonica e sensibile dei fini della creazione. È ancora in questo<br />
periodo che nel silenzio e nella pace dei chiostri si verifica un evento nuovo, destinato<br />
a sconvolgere radicalmente in tutto il mondo le usanze ormai millenarie dell’assistenza<br />
e della cura dei malati.<br />
Era stato un santo a fondare il Monachesimo in Oriente: S. Pacomio (292-348).<br />
Aveva riunito nella Tebailde circa 5000 cristiani dando loro una regola. Il monastero<br />
pacomiano era in origine costituito da un complesso di capanne circondate da un muro,<br />
nel quale erano contenuti i vari servizi tra cui l’infermeria, severamente separata dal<br />
resto della comunità. Per accedervi occorreva un permesso speciale da presentare ai<br />
“ministri degli infermi”.<br />
Ai malati era invece proibito entrare nei refettori; in compenso potevano fare il<br />
bagno “ogni volta che se ne presentasse l’occasione”. In Occidente, il fondatore della<br />
medicina monastica fu invece S. Benedetto da Norcia (480-547). La sua regola, sintetizzata<br />
nella formula “Ora et labora”, contemplava anche l’assistenza agli infermi, che<br />
aveva anzi la precedenza “avanti tutto e sopra tutto”.<br />
Ma curare un malato non voleva dire solo assicurargli un giaciglio, dargli da mangiare<br />
e da bere: significava anche saper lenire i suoi dolori, medicargli le piaghe, curare<br />
le malattie “interne”, le più difficili da capire. Per tutto ciò occorreva una conoscenza<br />
medica che non si poteva improvvisare: e occorreva soprattutto una “continuità” in<br />
questa assistenza, anche per quanto riguarda la disponibilità di medicamenti.<br />
Nel monastero nacquero anche gli “orti dei semplici”, per coltivare le piante medicamentose,<br />
da essiccare poi e conservare nei massicci armadi, prototipo della futura<br />
farmacia monastica. L’assistenza fu in un primo tempo limitata dentro le mura ma, in<br />
seguito, il monaco infirmario uscì all’aperto per curare anche i malati non monaci.