opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...
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L’ospitalità dell’Abate<br />
pasto, chi fa servizio in cucina riceve, oltre alla razione normale, un bicchiere di vino<br />
e un po’ di pane, così che durante il servizio non mormori e serva senza troppa fatica.<br />
Nei giorni festivi invece non deve mangiare finché il proprio dovere non sia portato a<br />
termine. La domenica, al termine delle lodi, i settimanari che entrano e che escono dal<br />
servizio sidevono piegare alle ginocchia di tutti e chiedere che questi loro fratelli preghino<br />
per loro.<br />
Il refettorio<br />
Il rapporto tra monaco e cibo è sottoposto ad un rigido regolamento e caricato di<br />
valori simbolici cristiani. La raffigurazione del refettorio, la sala del monastero riservata<br />
al consumo collettivo dei pasti, ha la funzione di ricordare i precetti spirituali, dietetici e<br />
comportamentali connessi al cibo. Il convento è il luogo dove il piacere alimentare viene<br />
ridotto al minimo, dal momento che, fin dalle origini del cristianesimo e, in particolare,<br />
presso le prime comunità monastiche, vigeva la convinzione che ogni ricerca di perfezione<br />
spirituale dovesse passare attraverso una stretta disciplina alimentare. Secondo<br />
San Benedetto, per un cristiano, il mangiar troppo era sconveniente perché appesantiva<br />
il cuore. Nelle mense monastiche delle epoche passate era vietato il consumo della carne<br />
dei quadrupedi, consentita solo ai monaci malati e indeboliti, poiché, secondo la teoria<br />
aristotelica, con la carne si stimolava la produzione di sperma, incoraggiando una sessualità<br />
sconveniente a monaci e asceti.<br />
Arte casearia<br />
Dopo la caduta dell’impero Romano, intorno all’anno mille, si impose l’economia<br />
silvo-pastorale, con protagonisti la pecora allevata allo stato brado. Successivamente i<br />
monasteri, un po’ per l’insegnamento benedettino “ora et labora”, e un po’ per le esigenze<br />
del regime alimentare di magro, ebbero un ruolo determinante nel mettere in pratica<br />
una zootecnia “moderna”. Si iniziò così ad applicare su larga scala la rotazione agraria,<br />
che prevedeva l’alternanza dei cereali alle colture da foraggio, stimolando l’allevamento<br />
bovino stanziale e di riflesso la produzione casearia. Nacquero così formaggi storici.<br />
Questo non fu solo un fenomeno italiano, perché dall’Alsazia ai Pirenei i pellegrini trovavano<br />
ristoro nei monasteri con pani e formaggi dalle caratteristiche diverse.<br />
Lo speziale<br />
Nell’alto medioevo la preparazione di medicinali era riservata ai monaci, che negli<br />
orti dei conventi coltivavano erbe e aromi. Ma il diffondersi del commercio delle spezie<br />
conferì prestigio a tutti coloro che le vendevano o le manipolavano; nacque, così, la<br />
professione dello speziale. Ritenuti un po’ medici, questi uomini ricavavano dalle loro<br />
preziose materie medicamenti o veleni; profumi e trattamenti di bellezza; preparati di pasticceria<br />
indispensabili ai cuochi, come mostarde, gelatine colorate, canditi e marzapane;<br />
colori per tingere panni o pelli e inchiostri da decorazione. La distinzione tra speziale e<br />
medico si deve a Federico II, che operò una specie di riforma sanitaria e, in base a questa,