03.06.2013 Views

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

35<br />

L’ospitalità dell’Abate<br />

pasto, chi fa servizio in cucina riceve, oltre alla razione normale, un bicchiere di vino<br />

e un po’ di pane, così che durante il servizio non mormori e serva senza troppa fatica.<br />

Nei giorni festivi invece non deve mangiare finché il proprio dovere non sia portato a<br />

termine. La domenica, al termine delle lodi, i settimanari che entrano e che escono dal<br />

servizio sidevono piegare alle ginocchia di tutti e chiedere che questi loro fratelli preghino<br />

per loro.<br />

Il refettorio<br />

Il rapporto tra monaco e cibo è sottoposto ad un rigido regolamento e caricato di<br />

valori simbolici cristiani. La raffigurazione del refettorio, la sala del monastero riservata<br />

al consumo collettivo dei pasti, ha la funzione di ricordare i precetti spirituali, dietetici e<br />

comportamentali connessi al cibo. Il convento è il luogo dove il piacere alimentare viene<br />

ridotto al minimo, dal momento che, fin dalle origini del cristianesimo e, in particolare,<br />

presso le prime comunità monastiche, vigeva la convinzione che ogni ricerca di perfezione<br />

spirituale dovesse passare attraverso una stretta disciplina alimentare. Secondo<br />

San Benedetto, per un cristiano, il mangiar troppo era sconveniente perché appesantiva<br />

il cuore. Nelle mense monastiche delle epoche passate era vietato il consumo della carne<br />

dei quadrupedi, consentita solo ai monaci malati e indeboliti, poiché, secondo la teoria<br />

aristotelica, con la carne si stimolava la produzione di sperma, incoraggiando una sessualità<br />

sconveniente a monaci e asceti.<br />

Arte casearia<br />

Dopo la caduta dell’impero Romano, intorno all’anno mille, si impose l’economia<br />

silvo-pastorale, con protagonisti la pecora allevata allo stato brado. Successivamente i<br />

monasteri, un po’ per l’insegnamento benedettino “ora et labora”, e un po’ per le esigenze<br />

del regime alimentare di magro, ebbero un ruolo determinante nel mettere in pratica<br />

una zootecnia “moderna”. Si iniziò così ad applicare su larga scala la rotazione agraria,<br />

che prevedeva l’alternanza dei cereali alle colture da foraggio, stimolando l’allevamento<br />

bovino stanziale e di riflesso la produzione casearia. Nacquero così formaggi storici.<br />

Questo non fu solo un fenomeno italiano, perché dall’Alsazia ai Pirenei i pellegrini trovavano<br />

ristoro nei monasteri con pani e formaggi dalle caratteristiche diverse.<br />

Lo speziale<br />

Nell’alto medioevo la preparazione di medicinali era riservata ai monaci, che negli<br />

orti dei conventi coltivavano erbe e aromi. Ma il diffondersi del commercio delle spezie<br />

conferì prestigio a tutti coloro che le vendevano o le manipolavano; nacque, così, la<br />

professione dello speziale. Ritenuti un po’ medici, questi uomini ricavavano dalle loro<br />

preziose materie medicamenti o veleni; profumi e trattamenti di bellezza; preparati di pasticceria<br />

indispensabili ai cuochi, come mostarde, gelatine colorate, canditi e marzapane;<br />

colori per tingere panni o pelli e inchiostri da decorazione. La distinzione tra speziale e<br />

medico si deve a Federico II, che operò una specie di riforma sanitaria e, in base a questa,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!