opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...
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L’ospitalità dell’Abate<br />
perfezione. Esiste anche un altro aspetto legato al cibo: quello di staccarsi dalle abitudini<br />
dei laici, distinguersi da essi con la moderazione e la rinuncia.<br />
Il lettore di mensa prende servizio di domenica con un rito liturgico in cui si richiede<br />
di vincere lo spirito di superbia e di vanagloria. I monaci erano uomini provenienti da un<br />
ambiente sociale elevato, non oppresso dalla paura della scarsità di cibo e non avrebbero<br />
avuto bisogno di costanti e ripetuti inviti alla moderazione ad alla rinuncia del cibo.<br />
Il regime alimentare di S.Benedetto era sano, naturale ma monotono, condizionato dalle<br />
stagioni e dalle posizione geografica del monastero.<br />
Il motto benedettino “hora et labora” viene considerato il miglior viatico che il lavoro<br />
manuale potesse ricevere. La regola, stabilita nell’anno 540 da Benedetto da Norcia, pianificava<br />
per i monaci l’intera giornata, con la determinazione<br />
dell’hora canonica, che costituiva ad un tempo sia le horas sia<br />
l’horarium.<br />
Obbedienza, silenzio e umiltà sono gli strumenti per le<br />
buone opere richiesti e imposti con pene corporali e perfino<br />
con la scomunica. I bravi monaci dovevano alzarsi in piena<br />
notte per pregare, leggere, cantare i salmi, venendo poi chiamati<br />
a turno per lavorare nell’orto, in cucina o nello scriptorium.<br />
Del digiuno ci si limita a dire che deve essere “amato”, perchè è una componente<br />
essenziale della vita monastica “castigare il proprio corpo”, “ed evitare le ghiottonerie,<br />
non darsi al vino e non mangiare molto” (espressione di S.Paolo).<br />
Benedetto fissò una triplice norma sull’alimentazione, relativa alla misura del mangiare,<br />
del bere, all’orario dei pasti. Benedetto attribuiva un gran valore al digiuno ma<br />
il monachesimo benedettino dimostra comprensione e il riguardo per i deboli e per i<br />
bambini.<br />
La dieta cenobitica era in passato costituita prevalentemente dai seguenti alimenti:<br />
20% pesce, uova e formaggi; 18% pane; 20% vino; 2% spezie; 40% legumi e ortaggi<br />
( perchè dotati questi ultimi di un valore mistico, cioè significanti povertà e umiliazione).<br />
I monaci soffrivano di carenza di vitamina “A”, mentre eccedevano di proteine e<br />
glucidi legati al continuo consumo di legumi.<br />
Il digiuno e l’astinenza<br />
Si può affermare che conoscere meglio un ordine monastico dipende anche dalla<br />
comprensione che noi possediamo delle sue regole alimentari. L’uso del digiuno è uno<br />
strumento per avvicinarsi a Dio, rafforzare la fede e tenersi lontano dalle tentazioni carnali.<br />
L’astinenza è un precetto di natura penitenziale. Nel primo libro dell’Antico Testamento<br />
appare evidente l’invito di Dio a limitare il consumo alle sole erbe e frutta.<br />
Il digiuno è un ulteriore e più pesante atto di penitenza che si effettua di mercoledì,<br />
giorno del tradimento di Giuda e di venerdì. In un altro passo della Genesi è presente un