03.06.2013 Views

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

31<br />

L’ospitalità dell’Abate<br />

perfezione. Esiste anche un altro aspetto legato al cibo: quello di staccarsi dalle abitudini<br />

dei laici, distinguersi da essi con la moderazione e la rinuncia.<br />

Il lettore di mensa prende servizio di domenica con un rito liturgico in cui si richiede<br />

di vincere lo spirito di superbia e di vanagloria. I monaci erano uomini provenienti da un<br />

ambiente sociale elevato, non oppresso dalla paura della scarsità di cibo e non avrebbero<br />

avuto bisogno di costanti e ripetuti inviti alla moderazione ad alla rinuncia del cibo.<br />

Il regime alimentare di S.Benedetto era sano, naturale ma monotono, condizionato dalle<br />

stagioni e dalle posizione geografica del monastero.<br />

Il motto benedettino “hora et labora” viene considerato il miglior viatico che il lavoro<br />

manuale potesse ricevere. La regola, stabilita nell’anno 540 da Benedetto da Norcia, pianificava<br />

per i monaci l’intera giornata, con la determinazione<br />

dell’hora canonica, che costituiva ad un tempo sia le horas sia<br />

l’horarium.<br />

Obbedienza, silenzio e umiltà sono gli strumenti per le<br />

buone opere richiesti e imposti con pene corporali e perfino<br />

con la scomunica. I bravi monaci dovevano alzarsi in piena<br />

notte per pregare, leggere, cantare i salmi, venendo poi chiamati<br />

a turno per lavorare nell’orto, in cucina o nello scriptorium.<br />

Del digiuno ci si limita a dire che deve essere “amato”, perchè è una componente<br />

essenziale della vita monastica “castigare il proprio corpo”, “ed evitare le ghiottonerie,<br />

non darsi al vino e non mangiare molto” (espressione di S.Paolo).<br />

Benedetto fissò una triplice norma sull’alimentazione, relativa alla misura del mangiare,<br />

del bere, all’orario dei pasti. Benedetto attribuiva un gran valore al digiuno ma<br />

il monachesimo benedettino dimostra comprensione e il riguardo per i deboli e per i<br />

bambini.<br />

La dieta cenobitica era in passato costituita prevalentemente dai seguenti alimenti:<br />

20% pesce, uova e formaggi; 18% pane; 20% vino; 2% spezie; 40% legumi e ortaggi<br />

( perchè dotati questi ultimi di un valore mistico, cioè significanti povertà e umiliazione).<br />

I monaci soffrivano di carenza di vitamina “A”, mentre eccedevano di proteine e<br />

glucidi legati al continuo consumo di legumi.<br />

Il digiuno e l’astinenza<br />

Si può affermare che conoscere meglio un ordine monastico dipende anche dalla<br />

comprensione che noi possediamo delle sue regole alimentari. L’uso del digiuno è uno<br />

strumento per avvicinarsi a Dio, rafforzare la fede e tenersi lontano dalle tentazioni carnali.<br />

L’astinenza è un precetto di natura penitenziale. Nel primo libro dell’Antico Testamento<br />

appare evidente l’invito di Dio a limitare il consumo alle sole erbe e frutta.<br />

Il digiuno è un ulteriore e più pesante atto di penitenza che si effettua di mercoledì,<br />

giorno del tradimento di Giuda e di venerdì. In un altro passo della Genesi è presente un

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!