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opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...

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L’ospitalità dell’Abate<br />

VINI, LIQUORI E DISTILLATI<br />

NELLA TRADIZIONE BENEDETTINA<br />

a cura del prof. Fausto Fanini con la classe 3^ASso<br />

Con la classe 3^A Sala, nell’ambito del progetto”l’ospitalità dell’abate”, abbiamo effettuato<br />

uno studio sulle bevande tradizionali elaborate nelle abbazie. Legate all’attività<br />

agricola e alla necessità di produrre in loco gli alimenti per il sostentamento dei monaci,<br />

fin dai tempi più antichi, nei monasteri benedettini d’Europa si sono svolte interessanti e<br />

affascinanti sperimentazioni sulla produzione di vini, liquori e distillati in genere.<br />

In alcuni casi, le ricette uscite dalla sapienza dei monaci hanno trasformato il gusto<br />

e il modo di bere della stessa società. Si pensi all’abate Dom Perignon, inventore del<br />

mitico Champagne o ai monaci trappisti che in Belgio, Olanda e Germania hanno dato<br />

vita ad una vera e propria scuola birraia.<br />

La sezione che segue, oltre che fornire alcune notizie storiche riguardanti alcune<br />

bevande alcoliche ormai d’uso comune, vuole in qualche modo dimostrare come, ancora<br />

una volta, l’opera dei monaci benedettini si sia intrecciata con i costumi eno-gastronomici<br />

del mondo, insegnando il piacere del buon bere, secondo moderazione e saggezza.<br />

LE TRADIZIONI BIRRARIE NELLE ABBAZIE MEDIOEVALI<br />

di Stefania Beschin, Martina Zanchi, Fabio Ciman, Matteo Panarotto<br />

Nei periodi bui del Medioevo, la produzione della birra trovava sede nelle abbazie<br />

nord europee, vere e proprie città stato fortificate dove i monaci si rifugiavano e meditavano<br />

su Dio. Nei paesi a clima freddo, la birra sostituiva il vino. Nei pasti veniva<br />

usata la birra leggera, mentre quella più forte veniva utilizzata nelle occasioni di rilievo.<br />

A produrre la birra non erano solo i frati ma anche alcuni ordini di suore e a conferma<br />

di questo, fu trovato un documento che testimoniava una donazione di botti ai poveri,<br />

contenenti birra da parte di monache di clausura.<br />

Questi monasteri ad un certo punto cominciarono a creare vere e proprie fabbriche.<br />

Spesso, questi mastri birrai aggiungevano alle loro ricette erbe e spezie in diverse misure<br />

e composizioni. Inoltre, per aromatizzare le birre più forti si ricorreva alla cannella, ai<br />

chiodi di garofano, allo zenzero, all’aglio e al pepe ma specialmente, tali spezie venivano<br />

utilizzate per nascondere i difetti della bevanda.<br />

È nel Medioevo che, come ingrediente, entrò in scena anche il luppolo, per il suo<br />

gusto amaro e per le sue proprietà conservative. Proprio in questo periodo nacque anche<br />

una nuova professione: quella del “Mastro bottaio”che, proprio tra il XVI e i primi anni<br />

dei XVIII secolo, conobbe un periodo fiorente proprio per la diffusione della birra.<br />

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