opuscolo L'OSPITALITÀ DELL'ABATE 04-2007.indd - IPSSAR Berti ...
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L’ospitalità dell’Abate<br />
Nel XVIII secolo iniziarono a comparire gli erbari a piante essiccate. Le piante essiccate<br />
mantengono le loro caratteristiche e gli erbari sono consultabili in ogni periodo<br />
dell’anno.<br />
Alla fine del ‘700 le collezioni di piante essiccate diventano, per i botanici, lo strumento<br />
di lavoro nello studio della variabilità del mondo vegetale. In Italia l’importanza<br />
assunta da questo tipo di collezioni è testimoniata dall’opera di botanici quali Parlatore<br />
(1816-1877) e Bertoloni (1775-1869) che utilizzarono i propri erbari nella realizzazione<br />
delle Flore d’Italia.<br />
Parlatore capì l’importanza di riunire le raccolte di piante riguardanti la flora italiana<br />
per facilitare le loro ricerche ed avere un unico Erbario di riferimento. Egli istituì l’Herbarium<br />
Centrale Italicum, museo fiorentino che dalla sua fondazione, avvenuta nel 1842,<br />
riceve campioni raccolti in ogni regione d’Italia.<br />
L’Index Herbariorum quantifica il patrimonio attuale degli erbari mondiali ad un<br />
totale di 270.000.000 campioni.<br />
La tradizione degli antichi erbari manoscritti<br />
tra Europa, Occidente e Oriente<br />
Nel 1927 in un suo articolo, intitolato “L’Erbario”,<br />
Singer delinea in maniera organica la genesi e la diffusione<br />
degli studi botanici legati alla medicina, dalla Grecia<br />
al Rinascimento. Sebbene lo studio delle erbe abbia radici<br />
antichissime, l’erbario acquisisce una forma letteraria documentata<br />
nella Grecia antica, verso il IV secolo a.C. Un<br />
erbario giunto a noi è il IX libro della “Historia Plantarum”<br />
di Teofrasto di Eresos.<br />
Crateuas, oltre a libri sulla natura, scrisse un secondo erbario raffigurando le piante con<br />
una breve descrizione sul loro uso. Discoride fu il personaggio più importante nella storia<br />
degli erbari e scrisse il “Codice Viennese”, nel quale per la prima volta alcune figure sono<br />
disegnate in modo naturalistico, oltre al consueto modo schematico.<br />
Nel IX secolo fu scritto l’erbario di Parigi. Dal IX secolo in poi gli erbari si diffusero in<br />
maniera repentina, e gran parte dei testi botanici arabi risalgono al XII e XIII secolo.<br />
I monaci fornivano ingredienti alla medicina che i malati usavano per le terapie; inoltre<br />
i monaci si servivano di persone adibite alla raccolta di erbe medicinali o animali, come:<br />
le sanguisughe, i serpenti, gli insetti, che servivano per la preparazione dei rimedi.<br />
Bibliografia:<br />
M. EUPO (a cura di), L’erbario di Trento, Edizione della Provincia Autonoma di Trento Assessorato<br />
alle Attività Culturali, edizione 1982.<br />
L. CURTI (a cura di), Herbarium, ed. Signum Verde, Limena (Padova).