ISTORIA CRITICA

102 DISCORSO
„ fiue danno affai lavoro alle (lampe, e quello
„ appunto è ciò che fi vuole. *£'Abbiamo già al?
trove riferito quello che l'ingenuo Buddeo conr
fefsò del Caos morale della fua Gente, (i) Ecco
lo (tato di quefte fpeculazioni nel loro emporio
più florido fino al quafi decrepito fecolo decimò
ottavo.
Tutto ciò non ottante fi vuol pure che alcuni
Grandi vadano feparati dal Popolo ; e noi
•ancora vogliamo ; fenza però di filmai are le loro
popolarità, perciocché il popolo dee riputar fi popolo
dovunque è; e quafi da per tutto, e fino
ai piani più elevati entra popolo grande. Diremo
adunque dapprima di ARRIGO COCCEJO Maeftro e
Configgere aulico pruflìano, il quale intefe a dare
un mal urto a quella orinazione di voler dedurre
tutte le leggi da un principio unico e generale
che fu adoperato da tanti, ma variato in
mille fentenze diverfe; e impugnato da altri, «
moltiplicato a feconda dei bifogni o dei capricci.
(2) Coraggiofamente pertanto fatta refiftcnza
-•K*! » * al
(T) V. il Difcorfo IV. e più altri che ripeterono
le querele dtì Buddeo •
(?.) V. oltre i citati altrove Rheden, Wernero»
Gnbnero, Glaffci, Proeleo» « altri ptcflò S. Cocceje
Di;T. prel'un. XI.