ISTORIA CRITICA

e
i4o DISCORSO
non fi fofle letta giammai: che fono ragion? feerie
volte le Sovranità pretefe prive di libertà perchè
pofte nello (lato naturale fenza leggi civili, e guidate
dalla forza fola ora vinta ora virtoriofa: che
in fine le arguzie, le vivacità « gli epigrammi,
le novelle de* piaggiatori, i paradoffi, i difordH
nf, i raziocinj leggieri, le prove da fcherzo, le
denfe nuvole colorite vagamente, e le moltiplica
immagini dipinte ora con il pennello facile di Paolo
Vermefc, o/a con il faceto di Calotta Wan fatto
riguardare quella grand' opera come un ameno
e follazzevole Laberinto fenza filo, in cui ftando,
d è nel difordiné, e da cui ufeendo per fortuna
, fi entra nel niente . L' edifizìo del Grazio
( dice uno Scrittore rinomato eguale al Mori'
tefqùieu nello spirito e maggiore nella faceta con 4
fulìone) è difpojìo e adornato ali 1 antica: quello
dell'Obb et è una prigione', e quello del Montefquné
e mal fondato, e coftrutto irregolarmente , con bel}
li appartamenti pere inverniciati e dorati ; (i) per
gii quali paffeggia, non già lo Spirito delle Leggi
, ma lo Spirito di Montefquieu. Queft'uomo (fiegue
a dire lo Scrittore oiedefimo ) non è altro
che
(i) La Kaifon par Alphabet. Dialogues eotre A.
B. G. k Ecrivaini da Skel* de Louis XIV.