ISTORIA CRITICA

DODICESIMO. *4|
intendere egli per cote (la Tua fetenti fica novità»
dappoiché con quel nobile orgoglio che gii alti
Filofofi. adumono cornei giuftizia, ! che ! baffi
plebei condannano come fuperbia , feri (Te egli lleffo
la fila vita e diede ragguaglio della origine e
della forma de* fuoi feoprimenti. Racconta egli
pertanto come dopo un novennio di folitudine
letteraria eflendofi ridotto a Napoli f trovò modo
di filosofare piuttofto che Filofoda, e vide come
forestiero nella fua Patria, e rifiatando ogni ferviti!
fettaria, fi reflrinfe a quattro Maeftri Platone Tacito
Bacone e Grozio I che febben fodero le fue delizie»
non però depofe mai l'animo di voler edere primo
e libero Maefiro di fé medefimo. Così animato parlò
alle Accademie ed ai Popoli || e infegnò, tutte le
divine ed umane cognizioni fiat uri re da DIO per
erigine, ritornare a DIO per circolo, e Jìarfi in DIO
per cofianza, e tutte fuori di DIO effere tenebre
ed errori: non edervi ancora nel Mondo delle
lettere un Jiftema che accordi la migliore Filofìfia*
la Filologìa I e la Religione : Gli uomini foli e firnplicioni
di Grozio, i licenzio/i di Obbes, i noacbieli
di Seldene, gli abbandonati di Pufenderfio effere
vanità ; e queflo vano empierfi col PRINCIPIO e
Ì?INE UNICO, e CON LA NUOVA SCIENZA fondata
Jvllct congiunzione dell* eternit ideal Vero e della
Ifioriar