ISTORIA CRITICA

i;» DISCORSO
fenza giudizio, e fu degno più dell'elleboro che
del fuoco, (i) Noi inchiniamo a quella fentenza
tanto più volontieri, quanto fiam perfuafi che
ateo e frenetico torni al medefimo. Ma è par bene
avvertirli che quell'uomo alla pazzia congiunfe
varia dottrina e acre ingegno e un parlare e
fcrivere feducente ; onde tenendo accademia e in*
finuadofi nelle brigate, difleminava e inneità va i
fuoi farnetici contro tutte le Religioni fotto apparenza
di nuova e profonda faenza. Il perchè
andò profugo dattorno tra le carceri e le condanne,
finché giunto a Tolofa (ì avvenne in tal
nomo che non afcoltò favole e come reo di negata
Divinità le feoperfe ai Maeftrati. Chiamato
in giudizio fi efeusò e fu rimandato. Sfuggito dal
pericolo* ricadde ne' fuoi delirj, e ricondotto al
Tribunale tornò a nuove feufe e protefte. Alzò
da terra una paglia, e quello folo picciolo vegetabile,
diflTe, bada a dimollrare che un IDDIO
creatore e provvido efifte. Il grano fi getta in
terra, e fembra dapprima diftrutto ; poi verdeggia
e crefce, la rugiada e la pioggia f ajutano
e lo rinforzano, mette le fpiche armate di punte
li P er
(i) Leibafzio Ep. CXCV. ad Kortottum. G. A.
Heumanno Afta pkih V$L I, Bruckero de Rcf. Me
ikàfby. J. V.