ISTORIA CRITICA

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SETTIMO. i«7
I Mi- tutte quefte o vecchiezze, o giovanili
figure furono puerilità alla prefenza dell* ampli (fimo
Matematico CRISTIANO WOLFIO che con la luce
geometrica afpirò a di ili pare nelle Scuole tedefche
le nuvolette legislatore. E già il Tuo vado e far
blime precurfore GOFFREDO LEIBNIZIO avea moftrate
affai voglie di sbaragliare i Pufendorfiani e i
Coccejani , e altri dottori che la Scienza del
Giudo chiufa in limiti riftretti dalla natura diffondevano
in immenfo, e intanto le nozioni del*
la Giudizi* e del Diritto dopo tanti Scrittori non
erano ancor liquidate.(1) Quindi fparfe molti lumi,
lampi a fuo ufo, e ora inveftigò i principi mi "
gliori del diritto non nella volontà e nella potenza
divina, che gli parve un obbefianifmo, ma
nella ragione nella fapienza nella' bontà e nella
eflenza di DIO e nella natura e proprietà delle
azioni : ora immaginando una focietà tra gli uomini
e DIO e una Repubblica univerfale fotto un
Imperadore divino, e col riguardo della immortalità
degli animi, e d'una fanzione di là dal fé*
polcro: ora infegnando una filantropìa regolata
dalla giuftizia e dalla fapienza: ora defidcrando
un diritto geometrico di natura fecondo la difciplina
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