ISTORIA CRITICA

TREDICESIMO. ìSx
perpetuamente delle eflenze delle cofe, e fi profeda
d'ignorarle; fi efclude IDDIO come agente incognito,
e fi foftituifce la Materia incognita mag*
giormente ; fi rimprovera altrui di fingere un
IDDIO che è una attrazione , e il abbraccia una
natura che fi riconofce attratta ancor eflà; non
fi vuole che altri parli d' un IDDIO eterno ed infinito
, e intanto H parla continuamente d' una
eterna ed infinita materia. La natura non ha alcun
fine, e contuttociò non opera a cafo, e quefto
cafo è nome vuoto di cofe. Non vi fono nel
gran Tutto né ordini né difordini né beni né mali;
e non ottante dai difordini e dai mali fi prende
argomento d'infamare la Provvidenza; l'Uomo
è una macchina paffiva nelle mani della neceffità
; e pure le virtù e i vizj gli fono impa»]
taci, e l'Avvocato della fatalità profonde esortazioni,
invettive, e ammaeftramenti di probità co-J
me fé fotte egli il governatore della necettària Natura.
Da quetta per affioma primario nafcono meccanicamente
tutti i caratteri le organizzazioni le
pazzie le fcclleraggini le catattrofi umane; ma
quando poi fi rifcalda altrimenti la fantafia del
Srflematore dell* Universo, nafcono i cottumi peffimi
e i mali maggiori dai Preti dai Teologi e dalla
Religione»