ISTORIA CRITICA

228 DISCORSO
che da quefto legame generale che obbliga tattìl
verfo tutti derivano i particolari legami e dove*
ri de'mariti e delle mogli, de'padri e de'figli,
e tutti gli altri vincoli che avvicinano e obbligai
no a parte le varie clafli d'uomini fcambievol-t
mente fecondo i varj itati e bifogni della vi taf!
che i fondamenti primarj dell'ordine fociale fonoft
la Religione e la Sovranità, e quindi le fpiritualtl
e temporali Poteftà diftinte ne' Miniftri* e con- |
giunte nell' oflervanza delle due grandi e prime
Lessi rammentate g e che in fomma ogni diritto
di natura di genti pubblico privato divino e$j
limano ! o con qualunque altro nome | chiami nafce
o molto da predo, o poco lontano da quel
primo ed unico Principio che è anche il verq j
beato ed ultimo Fine. Quefta ordinata fuccefliot |
ne di penfieri è confolidata ad ogni palio I
parole del vecchio e del nuovo teftamento,» e
quefto farà detto un mifcuglio profano dai moderni
Naturalifti, e da noi un conforto e un'allegrezza
della ragione umana I Platone e Ariftofaf?r
! Cicerone e Plauto I Confucio | Locmanno poflb-
DO effer lodati pompofamente dai noftri nuovi
Legijlatori j Mosè e Crifto non poflbno fenza gri-J
di e fenza irrisoni *, e quefta è la Logica del fenolo
d'oro, o veramente ^è^'etl delle ghiands£