ISTORIA CRITICA

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n6 T DISCORSO 7^§P1 gioranza In quefto argomento, e coloroydine, che altramente ragionano, non han buone bilan» ce. Le Nazioni fono da riguardarfi come perfone viventi nel fi (tema na tarale, onde (ranno per effe que' diritti e quegli obblighi fteffi che per legge immutabile di natura fono preferitti ad uomini nati liberi e viventi nel vincolo della fola natura umana. Qiin
SETTIMO. ||| e un dovere neceila.no e immutabile che le ftringe tutte ad oflervanza, niente menoache l'autorità della Ragione e della Natura . Quindi forge la. idea della ma HI ma Città e Repubblica le cui membra fono le Genti, i fini e le (figgi fono i beni fcambievoli e comuni, le obbligazioni e i diritti di una coli'altra eguali, T impero della università predominante fupra le partirla forma (iniile allo (lato popolare, il Reggitore delle collidoni poeticamente, ma con profondo lignificato, finto nel trono della Natura che n' è la bafe, e della buona Ragione che a è la guida. Dietro coterie idee preliminari con la ufata fottìi diligenza il Valentuomo medita fu gì' ufficj delle Nazioni verfo fé medefime e verfo le altre e dei diritti che indi ri-, fultano, e compone in feparata trattazione un Codice di Genti per cui applicando loro il fuo generale principio di confervazione di perfezione e i felicità coflxinge a dimoftrazione tutti .gì' infegnamenti che guidano ai gran fine, la vera conofeenza della Natura nazionale, lo ftudio- della fua gloria, la coltura degli animi « de* cottami, i provvedimenti a' bifogni, i commerej, le ricchezze! le forze, le occupazioni di terre vuote, le proprietà, gli uf}, i dominj eminenti, i limi" \ irk 3 V ti,
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