ISTORIA CRITICA

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!tf4 DISCORSO - e pratico fenza mafehera alcuna; (i) e pertanto le alte Tperanze di talenti migliori nel fecondo Socio enciclopedico fi fono diflipate in artifiziofe illafioni. E* quafi neceffità aggiunger qui l'autore della Fitofofia delta Natura, offia di un Trattati
N OflN O. ió$ maggior gloria fua è di edere in focietà con DIO e di cenere la religione come il più bel dono del Cielo^ DIO è per lui la bafe di ogni Legi slazione , f unico freno dei delitti fegreti e lo fpavento delle anime fcellerate sfuggite alla fpa- da delle Leggi • J rapporti che legano gli enti fra loro e i calcoli metanici non varratino mai a governare i Selvaggi, che vegetano nelle arene accefe dell' Africa, o nei ghiacci, di Groelandia, e molto meno tutti i novecento milioni di abita tori del noftro Globo, DIO folp può edere il Le gislatore fupremo. Non appartiene all' uomo inca tenare gli uomini, fottomettere i movimenti fifl- ci alla .moralità e creare il vizio e la virtù. Sen za DIO la morale è adurda, e fenza la immorta lità degli animi è inutile . Se nella diftruzione della fragile macchina corporea tutto l'uomo va a niente, perchè dunque ci graviamo della tor- meatofa virtù? Gli Scrittori.rrjfli e perduti che fanno di DIO una larva e circondano il noftro fe- polcro col,.nulla , agghiacciano«T uomo nato a gran cpfe, cangiano l'Eroe in fofifta, e popolano di cadaveri la terra* (1) Ma pure a fronte di l ,§ quefta (i) Philofophìe de la Nature, ou Tfaete de Morale poiir l'efpececumaioe Tom. I. & II. Difcprelim* Tom. V. Profeffion de Foi .
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