ISTORIA CRITICA

Q U A R T O . 4?
tanto afpettata Legge naturale. Ma prima di giungervi
è ancor meftierì inlegnare che il diritto di
natura non è comune a DIO agli Uomini e alle
Beftie, e provarlo con molti pi ici dottrine, e con
rifpofte copiofe a pe filine obbiezioni : che la materia
di quel diritto non I porta nelle opere di
loro effenza giuite ed onefte; che il TUQ fonda*
mento non iftà per confenfo di Popoli; ch# lai
utilità non è la forgente e la regola fua ; che non
i fini dell'univerfo» ma i lumi della ragione e lo
Audio della cognizione dell' uomo ne anife Ilario
i fondamenti e i prìncipi ; ed eccoci la buona
mercè di DIO giunti'alla fcoperta della gran Leg*
gè, la cui regola unica è, che dee ogni uomo
coltivare e tonfi quanto può ver/i gli altri
uomini una friabilità pacìfica e congrua alta indole
e allo fcopo del Genere umano; donde rilutta che
quanto contribuire neceflariamente alla conferva*
zione di quella fociabtlità, dee riputarti prefcritco
dal naturale diritto , e tutto ciò che la difcrdina
dee intenderli vietato dallo Hello diritto»
Quello principio unico fociale viene comprovato
con la utilità della conferva zione e de' vantaggi
della vita, e con le fentenze concordi de'Sapienti
i ove pare che non i/tien ferme le cenfure dianzi
verfate a piene mani contro le utilità ci con*
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