parte I - Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale
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46 Capitolo 3<br />
3.2.5.3. Variabilità spaziale del moto<br />
Nei punti <strong>di</strong> contatto dell’opera con il terreno (fondazioni delle pile, spalle), il moto sismico<br />
è generalmente <strong>di</strong>verso, a causa del suo carattere intrinsecamente <strong>di</strong> propagazione,<br />
delle <strong>di</strong>somogeneità e delle <strong>di</strong>scontinuità eventualmente presenti, e della <strong>di</strong>versa risposta<br />
locale del terreno dovuta a particolari caratteristiche meccaniche e morfologiche.<br />
Degli effetti sopra in<strong>di</strong>cati dovrà tenersi conto quando tali effetti possono essere significativi<br />
e in ogni caso quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sottosuolo sono variabili lungo lo sviluppo<br />
del ponte in misura tale da richiedere l’uso <strong>di</strong> spettri <strong>di</strong> risposta <strong>di</strong>versi.<br />
In assenza <strong>di</strong> modelli fisicamente più accurati e adeguatamente documentati, un criterio<br />
<strong>di</strong> prima approssimazione per tener conto della variabilità spaziale del moto consiste nel<br />
sovrapporre agli effetti <strong>di</strong>namici, valutati ad esempio con lo spettro <strong>di</strong> risposta, gli effetti<br />
pseudo-statici indotti da un insieme <strong>di</strong> spostamenti relativi tra supporti consecutivi caratterizzati<br />
da <strong>di</strong>fferenti proprietà meccaniche <strong>di</strong> suolo locali, questi ultimi calcolati secondo<br />
il punto 3.2.5.2, e applicati alternativamente con segno opposto (ve<strong>di</strong> Figura<br />
3.2.1).<br />
Per quanto riguarda gli effetti <strong>di</strong>namici, si adotterà un‘unica azione sismica, corrispondente<br />
alla categoria <strong>di</strong> sottosuolo che induce le sollecitazioni più severe. Qualora il ponte<br />
venga sud<strong>di</strong>viso in porzioni ciascuna fondata su suolo a caratteristiche ragionevolmente<br />
omogenee, per ciascuna <strong>di</strong> esse si adotterà l‘appropriata azione sismica. Il giunto<br />
tra porzioni a<strong>di</strong>acenti dovrà essere <strong>di</strong>mensionato per il massimo spostamento relativo,<br />
somma degli effetti <strong>di</strong>namici e <strong>di</strong> quelli pseudo-statici <strong>di</strong> cui al punto 3.2.5.2.<br />
A<br />
A<br />
A<br />
A<br />
D D<br />
d<br />
12<br />
0 1 2 3 4 5<br />
D B,C o E<br />
d<br />
12<br />
A<br />
A<br />
Figura 3.2.1 - Esempi <strong>di</strong> insieme <strong>di</strong> spostamenti relativi da imporre ai supporti.<br />
A<br />
A<br />
3.2.5.4. Componenti dell’azione sismica e loro combinazione<br />
Ai fini delle presenti norme l'azione sismica è caratterizzata da 3 componenti traslazionali,<br />
due orizzontali ed una verticale, da considerare tra <strong>di</strong> loro in<strong>di</strong>pendenti.<br />
Il fattore q da associare alla azione verticale deve essere assunto sempre pari a: q =<br />
1.