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IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

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INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />

<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

103<br />

Quercus ithaburensis Decne. subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge et F. Yaltirik<br />

R. ACCOGLI, P. MEDAGLI, L. BECCARISI e S. MARCHIORI<br />

Nomenclatura:<br />

Nome scientifico: Quercus ithaburensis Decne.<br />

subsp. macrolepis (Kotschy) Hedge et F. Yaltirik<br />

Sinonimi: Quercus aegilops L. var. macrolepis<br />

Kotschy, Quercus macrolepis Kotschy, Q. graeca<br />

Kotschy<br />

Famiglia: Fagaceae<br />

Nome comune: Vallonea<br />

Descrizione. Specie arborea con chioma semi-sempreverde,<br />

con tronco di 10-25 m, con corteccia<br />

finemente fessurata, di colore scuro. Le foglie<br />

hanno lamina generalmente increspata, da ellittica<br />

a lanceolata con base cuoriforme e asimmetrica,<br />

margine con 5-7 denti acuti e mucronati per lato<br />

(PIGNATTI, 1982). Nella pagina superiore le foglie<br />

sono glabre e di colore verde, mentre in quella inferiore<br />

sono più chiare, pubescenti quando il lembo<br />

è appena disteso. La forma e le dimensioni dei frutti<br />

sono alquanto variabili: la cupola presenta squame<br />

lanceolate ed un diametro comprensivo delle<br />

scaglie di 3-6 cm; le dimensioni della ghianda sono<br />

di 2-3 x 4-8 cm.<br />

Biologia. Si tratta di una fanerofita che in Puglia fiorisce<br />

ad aprile. La produzione annuale di ghiande è<br />

normalmente elevata, anche se molti individui presentano<br />

una fruttificazione abbondante ad annate<br />

alterne; buona è la rinnovazione spontanea.<br />

Nell’Orto Botanico dell’Università del Salento viene<br />

attuata la conservazione ex situ della specie: la propagazione<br />

generativa ripetuta per 4 anni di seguito, ha<br />

attestato valori di resa germinativa del 75-95%. In<br />

vivaio le plantule presentano buona resistenza,<br />

sopravvivono alla stagione estiva, facendo registrare<br />

bassi valori di mortalità.<br />

Ecologia. I dati termopluviometrici della stazione<br />

meteorologica di Lucugnano, prossima all’areale<br />

salentino della Vallonea, presentano aspetti caratteristici<br />

che aiutano a capire le peculiari esigenze bioclimatiche<br />

della specie.<br />

Essa si adatta a situazioni idriche diverse, purché le<br />

piogge siano abbondanti da ottobre a marzo. Occupa<br />

una zona ben differenziata e circoscritta, in un<br />

distretto climaticamente ben distinto nell’ambito del<br />

Salento, nel piano bioclimatico mesomediterraneo<br />

umido-subumido (RIVAS-MARTÍNEZ, 2004). Il substrato<br />

geomorfologico è rappresentato da formazioni<br />

di tipo calcareo o calcarenitico, mentre dal punto di<br />

vista pedologico, sembra preferire i terreni di tipo<br />

franco argilloso sottili. Tali condizioni, benché al<br />

limite rispetto alle esigenze ecologiche della specie in<br />

altre aree del Mediterraneo (DUFOUR-DROR, ERTAS,<br />

2004), sono sufficienti per la sua crescita e per la rinnovazione<br />

spontanea.<br />

In Italia, la specie è raramente inserita nell’ambito di<br />

formazioni boschive, ma risulta confinata in nuclei e<br />

filari ai margini dei coltivi o negli interstizi dei caratteristici<br />

muretti a secco (SAULI , 1933).<br />

Distribuzione in Italia.<br />

In Italia la Vallonea è presente in un ben definito<br />

distretto della Puglia e cioè nelle province di Lecce,<br />

Brindisi e Taranto, dispersa in esemplari singoli e<br />

addensata in maniera significativa soprattutto nella<br />

zona di Tricase (DONNO, 1942). Questo estremo<br />

lembo della Puglia rappresenta il limite occidentale<br />

dell’areale dove tale specie può esistere e riprodursi<br />

allo stato spontaneo.<br />

Regione biogeografica: seguendo PEDROTTI (1996), le<br />

stazioni di Q. ithaburensis subsp. macrolepis rientrano<br />

nella regione biogeografica mediterranea, secondo<br />

RIVAS-MARTINEZ et al. (2004), subregione mediterranea-orientale,<br />

adriatica pugliese.<br />

Secondo PIGNATTI (l.c.), le presenze della specie in<br />

Italia sono limitate al Salento Meridionale, con il territorio<br />

di Tricase, ed al Bosco Selva, in provincia di<br />

Matera, citata dallo stesso Autore e non più rinvenuta<br />

in tempi recenti (MEDAGLI, GAMBETTA, 2003).<br />

Numero di stazioni: il popolamento del territorio di<br />

Tricase può essere considerato come un’unica grande<br />

stazione di presenza spontanea della specie. Invece,<br />

in altre località pugliesi, nei territori di Gagliano del<br />

Capo, Marittima, Andrano, Gallipoli, Otranto,<br />

Supersano, Alessano, Castrignano, Corigliano,<br />

Cutrofiano, Lecce, Taranto, Brindisi, Cannole,<br />

Corsano, Giurdignano, Scorrano (DONNO, 1942;

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