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IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

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INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />

<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

119<br />

Senecio incanus L. subsp. incanus<br />

T. ABELI, G. ROSSI, G. PAROLO e R. GENTILI<br />

Nomenclatura:<br />

Nome scientifico: Senecio incanus L. subsp. incanus<br />

Famiglia: Asteraceae<br />

Nome comune: Senecio biancheggiante<br />

Descrizione. Pianta erbacea alta fino a 10 cm; foglie<br />

basali (1x4 cm) bianco-tomentose, spatolate, profondamente<br />

divise in segmenti sottili, interi, separati fra<br />

loro da uno spazio largo quasi quanto il segmento<br />

stesso; foglie cauline più piccole lineari-spatolate con<br />

2-3 denti per ciascun lato; capolini gialli riuniti in<br />

corimbo (diametro 15 mm); acheni pelosi in alto<br />

(PIGNATTI, 1982).<br />

S. incanus s.l. fa parte di un gruppo di entità specifiche<br />

e sottospecifiche strettamente affini e imparentate<br />

tra loro (PIGNATTI, 1982), che comprende anche<br />

S. personii De Not. e S. halleri Dandy, tutte distribuite<br />

sull’arco alpino, Carpazi e Appennino settentrionale.<br />

Tra queste S. incanus è la specie a più ampia diffusione,<br />

con tre sottospecie vicarianti, dalle Alpi<br />

occidentali e Appennino settentrionale [S. incanus<br />

subsp. incanus), alle Alpi centrali (S. incanus subsp.<br />

insubricus (Chenevard) Br.-Bl.], a quelle orientali [S.<br />

incanus subsp. carniolicus (Wild.) Br.-Bl.]<br />

(FAVARGER, 1984; ALESSANDRINI et al., 2003).<br />

Biologia. Emicriptofita scaposa (PIGNATTI, 1982);<br />

periodo di fioritura tra giugno e luglio. Si tratta di<br />

una specie perenne che resta in dormienza durante<br />

l’inverno e rinnova fusto e foglie ogni anno alla ripresa<br />

vegetativa.<br />

Ecologia. La specie, in Appennino tosco-emiliano,<br />

vive prevalentemente sulle creste, in formazioni erbacee<br />

acidofile, discontinue, su suoli spesso sassosi,<br />

riconducibili all’associazione Sileno exscapae-<br />

Trifolietum alpini Tomaselli et Rossi e nel Salicetum<br />

herbaceae Rübel (ALESSANDRINI et al., 2003).<br />

Distribuzione in Italia.<br />

Regione/i biogeografica: in accordo con il principio<br />

biogeografico per l’applicazione del protocollo<br />

IUCN (ROSSI, GENTILI, <strong>2008</strong>), si riporta l’assessment<br />

di Senecio incanus subsp. incanus solamente per la<br />

stazione del M. Prado che costituisce il limite meridionale<br />

del suo areale lungo la penisola italiana e che<br />

ricade nella provincia dell’Appennino, settore<br />

dell’Appennino tosco-emiliano (PEDROTTI, 1996).<br />

La distribuzione italiana comprende le Alpi occidentali<br />

e la porzione di Appennino settentrionale al confine<br />

tra Emilia-Romagna e Toscana. (PIGNATTI,<br />

1982; ALESSANDRINI et al., 2003).<br />

Regioni amministrative: Emilia-Romagna, Toscana.<br />

Numero di stazioni: una sola subpopolazione nota per<br />

l’Appennino settentrionale, al M. Prado (2054 m),<br />

sulla vetta e all’interno del circo glaciale nonché al M.<br />

Vecchio (1800 m ca.); entrambe le località ricadono<br />

all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-<br />

Emiliano (BERTOLONI 1833-1854; FERRARINI, 1974;<br />

TOMASELLI, ROSSI, 1994; ALESSANDRINI et al., 2003).<br />

Tipo corologico e areale globale. Ovest-<br />

Alpica/Appenninica (AESCHIMANN et al., 2004). La<br />

distribuzione globale di S. incanus s.l., comprende,<br />

oltre alle Alpi e all’Appennino, anche i Carpazi, la<br />

Polonia e la Repubblica Ceca (TUTIN et al., 1976). S.<br />

incanus subsp. incanus è, invece, limitato alle Alpi<br />

occidentali (Val d’Aosta e Piemonte), oltre che<br />

all’Appennino settentrionale, settore tosco-emiliano.<br />

Minacce.<br />

6.1.1: Global warming e 7.3: Temperature extremes<br />

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici (6.1.1),<br />

S. incanus subsp. incanus sembra essere estremamente<br />

vulnerabile, poiché gran parte della popolazione<br />

locale si trova in posizione di vetta o di crinale ed è<br />

quindi impossibilitato ad un’ulteriore risalita in<br />

quota. Gli estremi di temperatura estivi, verificatisi<br />

nel 2001 e nel 2003, hanno provocato una diminuzione<br />

nella produzione di infiorescenze per superficie<br />

considerata; ciò evidenzia una difficoltà nella fase<br />

riproduttiva, mentre lo sforzo delle piante sembra<br />

concentrarsi nel mantenimento vegetativo, tanto che<br />

non si è verificata una significativa riduzione di<br />

copertura vegetale (ROSSI et al., <strong>2008</strong>).<br />

10.1: Recreation/tourism. La minaccia ritenuta più<br />

incombente è quella relativa al turismo, in quanto<br />

alcuni nuclei di crescita (vetta del M. Prado e M.<br />

Vecchio) si trovano in prossimità di un sentiero<br />

molto frequentato dagli escursionisti e qui il calpestio<br />

determina un decremento nella produzione di<br />

infiorescenze per scapo (ROSSI et al., <strong>2008</strong>). Altri

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