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IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

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<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

81<br />

IT 7110086 “Doline di Ocre”. La specie non rientra<br />

nella flora regionale protetta in quanto la sua descrizione<br />

è avvenuta dopo la promulgazione della legge.<br />

Al momento sembra scongiurato il pericolo di apertura<br />

di una cava in loc. Poggio della Cisterna poiché<br />

la Regione ha dato parere negativo. La mobilitazione<br />

di parte della cittadinanza, delle associazioni ambientaliste<br />

e delle Università di Camerino e L’Aquila è<br />

stata basata prevalentemente proprio sulla presenza<br />

di G. italicum. Sarebbe auspicabile ampliare il confine<br />

del Parco Nazionale al fine di includere le stazioni<br />

di S. Silvestro, Collelungo, Poggio della Cisterna e<br />

Colle Moscato; per le altre bisognerebbe istituire<br />

apposite aree protette (cfr. microriserve, istituite a<br />

Valencia, Spagna). Tra le azioni necessarie alla sua salvaguardia<br />

bisognerebbe prevedere lo sfoltimento e il<br />

taglio del rimboschimento laddove esiste il maggior<br />

rischio di ombreggiamento (Fossa Raganesca), l’eradicazione<br />

di Opuntia humifusa (S. Silvestro), il controllo<br />

degli scavi archeologici (Collelungo) e il monitoraggio<br />

in tutte le stazioni ed in particolare a Colle<br />

S. Eugenia per valutare gli effetti dell’incendio.<br />

Note. Non si esclude che vi siano altre stazioni in cui<br />

la pianta non è ancora stata osservata.<br />

La specie è coltivata presso l’Orto Botanico<br />

dell’Università di Camerino, il Giardino Botanico<br />

“Michele Tenore” di Lama dei Peligni, l’Orto<br />

Botanico “Gole del Sagittario” e presso il Centro<br />

Ricerche Floristiche dell’Appennino (C.R.F.A) dove<br />

è stata avviata con successo la sua coltivazione in<br />

vivaio (circa 20 esemplari riprodotti da seme raccolto<br />

presso la zona archeologica di Capestrano). Alla<br />

luce dei buoni risultati ottenuti con le prime prove di<br />

germinazione, si procederà anche alla riproduzione<br />

da seme raccolto nelle altre stazioni e attualmente<br />

conservato presso la Banca del Germoplasma<br />

dell’Appennino centrale presso il C.R.F.A.<br />

LETTERATURA CITATA<br />

CONTI F., 2004 – Suddivisioni fitogeografiche della regione<br />

Abruzzo. Coll. Phytosoc., 28 (1998): 731-745.<br />

CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F., 1992 – Libro rosso delle<br />

Piante d’Italia. Ministero dell’Ambiente, WWF Italia,<br />

Società Botanica Italiana, Roma. 637 pp.<br />

—, 1997 – Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia. WWF<br />

Italia, Società Botanica Italiana, CIAS, Univ.<br />

Camerino. 139 pp.<br />

FRATTAROLI A.R., 1988 – La vegetazione della dolina<br />

“Fossa Raganesca” (Appennino centrale- Italia). Doc.<br />

Phytosoc., n.s., 11 (1987): 491-503.<br />

FRIZZI G., 1986 – Le piante endemiche dell’Appennino centrale:<br />

1. Goniolimon italicum Tamm., Pign. et Frizzi.<br />

(Plumbaginaceae). Micol. Veg. Medit., 1 (1): 26-30.<br />

GREUTER W., BURDET H.M., LONG G., 1989 – Med-<br />

Checklist, 4: 320. Genève.<br />

PEDROTTI F., 1996 – Suddivisioni botaniche dell’Italia.<br />

Giorn. Bot. Ital., 130: 214-225.<br />

PIRONE G., CORBETTA F., CIASCHETTI G., FRATTAROLI<br />

A.R., BURRI E., 2001 – Contributo alla conoscenza delle<br />

serie di vegetazione nel piano collinare della Valle del<br />

Tirino (Abruzzo, Italia Centrale). Fitosociologia, 38<br />

(2): 3-23.<br />

TAMMARO F., 1998 – Il paesaggio vegetale d’Abruzzo. Aree<br />

protette, biotopi ed itinerari botanici: dalle zone costiere ai<br />

massicci montuosi. Cogecstre Edizioni, Penne. 670 pp.<br />

TAMMARO F., PIGNATTI S., FRIZZI G., 1982 – Goniolimon<br />

italicum (Plumbaginaceae), una nuova specie rinvenuta<br />

nei pressi di L’Aquila (Appennino Centrale). Webbia, 36:<br />

34-96.<br />

AUTORI<br />

Fabio Conti (fabio.conti@unicam.it), Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Camerino, Centro Ricerche Floristiche<br />

dell’Appennino, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, S. Colombo, 67021 Barisciano (L’Aquila) (Italy), Daniele<br />

Di Santo (crfa@gransassolagapark.it), Daniela Tinti, Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, Parco Nazionale del Gran<br />

Sasso e Monti della Laga, S. Colombo, 67021 Barisciano (L’Aquila) (Italy), Emanuela Giovi (emanuela.giovi@uniroma1.it),<br />

Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Roma “La Sapienza”, Piazzale A. Moro 5, 00185 Roma (Italy)

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