IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca
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90 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />
<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />
Moehringia papulosa Bertol.<br />
E. BIONDI e M. BIANCHELLI<br />
Nomenclatura:<br />
Specie: Moehringia papulosa Bertol.<br />
Famiglia: Caryophyllaceae<br />
Nome comune: Moehringia vescicolosa<br />
Descrizione. Pianta perenne, suffruticosa, generalmente<br />
si presenta come piccolo cespuglio sporgente<br />
dalle rupi calcaree; i fusti sono generalmente ascendenti.<br />
Le foglie dei rametti sterili risultano molto carnose,<br />
piuttosto strette (5-12 mm) ed assumono l’aspetto di<br />
quelle di un Sedum; proprio questa caratteristica<br />
indusse Narducci a scambiarla per Moehringia sedifolia<br />
DC. (= Moehringia dasyphylla Bruno). Anche le<br />
foglie dei fusti fiorieri sono notevolmente grasse ma,<br />
mentre le precedenti sono quasi semicilindriche,<br />
queste ultime sono più che altro piane ed assai più<br />
lunghe (10-25 mm) ed anche più larghe (fino a 3<br />
mm nelle parti più espanse). Tutte le foglie sono<br />
mucronate ed uninervie. La nervatura è visibile nella<br />
pagina superiore dei fusti sterili; nei fusti fiorieri è<br />
visibile anche nell’inferiore.<br />
Dimensioni complessive degli esemplari comprese<br />
tra 5 e 20 cm. Le infiorescenze sono tetramere e più<br />
raramente-pentamere, costituite da 3-5 fiori ciascuna;<br />
petali lunghi in generale il doppio del calice, di<br />
2x4 mm con unghia appena accennata; stili 2; pedicelli<br />
rigonfi al di sotto del calice, bratteolati, spesso 2<br />
volte ma anche 3-4 volte; sepali di 3 mm, ampiamente<br />
lanceolati, acuti. Capsule di 2,5-3 mm subglobose;<br />
semi di circa 1,2x1 mm, neri, lucidi e lisci con<br />
larga incisione a V; strofiolo grosso con frange profonde<br />
e regolari, di colore bianco (BRILLI CATTARINI,<br />
1958; FIORI, 1923; ZANGHERI., 1976; PIGNATTI,<br />
1982; TUTIN et al., 1993).<br />
Biologia. M. papulosa è una casmofita suffruticosa la<br />
cui fioritura avviene nel periodo compreso tra aprile<br />
e giugno (PIGNATTI, 1982). Fioriture secondarie<br />
sono state osservate il primo novembre 1957 (BRILLI<br />
CATTARINI, 1958) e da noi nel novembre 2006 e<br />
dicembre 2007. La maturazione dei semi, in base alle<br />
osservazioni effettuate direttamente sul campo,<br />
avviene scalarmente da giugno a settembre; molto<br />
dipende comunque dall’andamento climatico.<br />
La specie presenta numero cromosomico: 2n = 24<br />
(TUTIN et al., 1993).<br />
Ecologia. La specie cresce su rocce verticali, appartenenti<br />
alla formazione del calcare massiccio, in<br />
ambiente di gole rupestri, a quote comprese tra 150<br />
e <strong>40</strong>0 m s.l.m., in tutte le esposizioni, con predilezione<br />
per il S, SE (Gola del Furlo), dove si trovano le<br />
popolazioni più ricche per numero di individui e per<br />
dimensione degli stessi. Nelle esposizioni fredde<br />
(Gola della Rossa) si associa con Potentilla caulescens<br />
L. costituendo l’associazione Moehringio papulosae-<br />
Potentilletum caulescentis Biondi et Ballelli 1982. Tale<br />
associazione viene riferita alla classe Asplenietea trichomanis<br />
(Br.-Bl. in Meier, Br.-Bl. 1934) Oberdorfer<br />
1977; ordine Potentilletalia caulescentis Br.-Bl. in Br.<br />
Bl., Jenny 1926; alleanza Saxifragion australis Biondi,<br />
Ballelli ex Brullo 1983. L’alleanza delle Alpi, che<br />
vicaria nell’Appennino il Potentillion caulescentis, è<br />
caratterizzata dalle endemiche appenniniche:<br />
Campanula tanfanii, Saxifraga australis e Trisetum<br />
bertoloni (BIONDI, BALLELLI, 1982).<br />
Il pH dei siti di crescita, in base all’analisi dell’acqua<br />
di stillicidio proveniente da uno dei siti di crescita<br />
della pianta nella Gola del Furlo, è pari a 7,7.<br />
Distribuzione in Italia.<br />
Regione biogeografica: secondo le suddivisioni di<br />
PEDROTTI (1996) la specie ricade nella Provincia<br />
dell’Appennino, settore del Preappennino.<br />
Secondo altri autori (RIVAS-MARTINEZ et al. 2001<br />
BIONDI et al. 2007) la specie si trova nella Regione<br />
Eurosiberiana; Subregione Alpino-Caucasica;<br />
Provincia Appennino-Balcanica; Subprovincia Appeninica;<br />
Settore Apenninico-centrale; Subsettore<br />
Umbro-Marchigiano; Distretto Anticlinali Umbro-<br />
Marchigiane; Circoscrizione Dorsale Marchigiana.<br />
Regione amministrativa: Marche. Province di Pesaro-<br />
Urbino e di Ancona.<br />
Numero di stazioni: M. papulosa si rinviene in sole tre<br />
stazioni che costituiscono l’intero suo areale: 1 –<br />
Gola del Furlo (locus classicus), 2 – Gola della Rossa,<br />
3 – Gola di Frasassi.<br />
I dati storici riportano che la prima segnalazione di<br />
M. papulosa nella Gola del Furlo fu fatta da Narducci