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IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

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INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />

<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

121<br />

Trientalis europaea L.<br />

G. ROSSI, R. GENTILI, S. FRATTINI, F. PROSSER, T. WILHALM, G. PAROLO, L. FIOLETTI e R. FERRANTI<br />

Nomenclatura:<br />

Specie: Trientalis europaea L.<br />

Famiglia: Primulaceae<br />

Nome comune: Trientalis<br />

Descrizione. Fusto eretto, glabro; rizoma strisciante,<br />

sottile. Foglie riunite in un fascetto all’apice del fusto,<br />

più o meno verticillate, ellittico-lanceolate, le maggiori<br />

di 9-16 x 30-50 mm, acute, crenulate e finemente<br />

denticolate sul bordo; raramente qualche altra foglia<br />

fortemente ridotta nella parte inferiore del fusto.<br />

Fiore generalmente unico (6)7mero, su un peduncolo<br />

di 2,5-4 cm; sepali lineari-aristati (0,6 x 3-4 mm);<br />

petali bianchi 2 x 6-8 mm (PIGNATTI, 1982).<br />

Biologia. T. europaea è una geofita rizomatosa che fiorisce<br />

da maggio a luglio. Si riproduce raramente per via<br />

sessuata, mentre ha una elevata capacità riproduttiva per<br />

via clonale (PIQUERAS, KLIMEŠ, 1998). L’impollinazione<br />

avviene attraverso meccanismi di auto impollinazione o<br />

per mezzo di insetti impollinatori quali ditteri o coleotteri<br />

(TAYLOR et al., 2002). I semi sono prodotti in<br />

numero molto esiguo (osserv. pers., G. R.), si disperdono<br />

per barocoria e la loro germinazione è un evento<br />

molto raro (PIQUERAS, KLIMEŠ, 1998).<br />

La pianta può essere affetta dal fungo patogeno<br />

Urocystis trientalis Berk. et Br. che aggredisce certune<br />

popolazioni, aumentandone il tasso di mortalità<br />

(PIQUERAS, 1999).<br />

Ecologia. Specie nemorale che, in Italia, cresce generalmente<br />

in boschi chiari di conifere a Picea excelsa<br />

con Larix decidua (talora anche con Pinus cembra),<br />

nei quali lo strato arbustivo è caratterizzato da<br />

Rhododendron ferrugineum e Vaccinium sp. pl., mentre<br />

lo strato erbaceo è dominato da Calamagrostis villosa.<br />

Tuttavia, la specie è stata rinvenuta anche in<br />

arbusteti chiusi ad Alnus viridis e in ambienti aperti<br />

di torbiera a sfagni. Il substrato in cui più comunemente<br />

si ritrova è rappresentato da falde di detrito<br />

stabilizzate, con copertura di suolo umido, ricco in<br />

humus acido, dai (900) 1500 ai 2100 m di quota<br />

(CONTI et al., 1992).<br />

Dal punto di vista fitosociologico è una specie gravitante<br />

nell’ordine dei Piceetalia excelsae (OBERDORFER, 2001).<br />

Distribuzione in Italia.<br />

Regione biogeografica: la specie ricade interamente nel<br />

settore fitogeografico delle Alpi Centro-orientali<br />

(PEDROTTI, 1996).<br />

Regioni amministrative: Lombardia e Trentino-Alto<br />

Adige.<br />

Numero di stazioni: in totale sono state censite 13 stazioni<br />

(con uno o più nuclei di crescita ciascuna),<br />

alcune delle quali sono inedite, mentre altre da noi<br />

verificate non vengono più confermate.<br />

In provincia di Sondrio è presente una stazione in Val<br />

Viola Bormina, (FENAROLI, 1925; PEDROTTI, 1972;<br />

FIOLETTI, PIROLA, 1995). Non è più stata ritrovata,<br />

invece, quella in Val Bregaglia all’Alpe Aurosina (L.F.).<br />

In provincia di Brescia la specie è presente nella zona<br />

del Lago del Mortirolo (S. F., dato inedito), Val<br />

Salarno (R. F., dato inedito) e Val Malga (S. F., dato<br />

inedito).<br />

In provincia di Trento sono state censite stazioni<br />

nella Valle di S. Valentino (FENAROLI, 1925, 1930;<br />

PEDROTTI, 1972; PROSSER, 1994; MINGHETTI<br />

1998), Val della Mare e Val Salec (Rabbi). Le tre stazioni<br />

della Val di Fassa segnalate da Brilli-Cattarini<br />

(in PEDROTTI, 1972) non sono state riaccertate, nonostante<br />

numerose ricerche (F. P., com. pers.).<br />

Infine, in provincia di Bolzano si trovano le stazioni<br />

a Laces, Val Martello, Valle Lunga (Venosta), Val di<br />

Plan (Passiria) e Val Trafoi (PEDROTTI, 1972); quest’ultima<br />

stazione non è più confermata, dopo varie<br />

ricerche (T. W., com. pers.).<br />

Tipo corologico e areale globale. Specie circumboreale<br />

(artico-alpina) presente in Europa, Asia e Nord<br />

America (TAYLOR et al., 2002). In Europa, è molto<br />

comune nei paesi dell’Europa settentrionale (Gran<br />

Bretagna, Russia, Scandinava). Si trova, inoltre, in<br />

Romania, nelle aree montuose della Boemia, nei<br />

Monti Sudeti e in varie stazioni della catena alpina,<br />

tra cui quelle italiane sono tra le più meridionali.<br />

Raggiunge il limite assoluto più meridionale della<br />

propria distribuzione europea sui monti della<br />

Corsica (TAYLOR et al., 2002).<br />

Minacce. Minaccia 1.4.9: Habitat loss. Relativamente<br />

alla stazione della Val Salarno a Fabrezza (Brescia),

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