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IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

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124 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />

<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

Vicia cusnae Foggi et Ricceri<br />

B. FOGGI, G. ROSSI e R. GENTILI<br />

Nomenclatura:<br />

Specie: Vicia cusnae Foggi et Ricceri<br />

Famiglia: Leguminosae<br />

Nome comune: Veccia del M. Cusna<br />

Descrizione. Erba perenne, di 30-50 cm, strisciante,<br />

blandamente peloso-lanosa nella parte inferiore, più<br />

densamente pelosa nella parte superiore per peli corti<br />

ed appressati. Culmo tetragono, bialato per breve<br />

decorrenza del picciolo della foglia. Radice fittonosostrisciante,<br />

ramificata sin dalla base. Foglie composte<br />

da 8-14 segmenti lineari-lanceolati di 13-18 x 2,5-3<br />

mm, con segmento apicale trasformato in cirro indiviso<br />

di 1-2 cm; stipole sagittate, decrescenti verso l’apice<br />

del fusto. Fiori disposti in racemo unilaterale,<br />

con calice di 9-11 mm e corolla di colore roseo-violaceo,<br />

lunga 20-25 mm. Frutto lungo 25-30 mm.<br />

Semi 2-3, globosi, di colore bruno-marmorizzato<br />

(FOGGI, RICCERI, 1989; KÜPFER, 1994).<br />

Biologia. V. cusnae è un’emicriptofita scaposa (erba<br />

perenne rizomatosa) che fiorisce da luglio ad agosto.<br />

Il genere Vicia, secondo la letteratura ha tipo di<br />

impollinazione entomofila e tipo di dispersione<br />

autocora, o attraverso l’esplosione del baccello e lancio<br />

dei semi o con semi prodotti nel sottosuolo (VAN<br />

RHEEDE VAN OUDSHOORN, VAN ROOYEN, 1999;<br />

FLYNN et al., 2006). Tuttavia è stato osservato che la<br />

specie in esame si riproduce soprattutto per via vegetativa,<br />

grazie alla presenza di corti stoloni sotterranei,<br />

che emettono nuovi getti (unità riproduttive autonome)<br />

ravvicinati tra loro (ramet). La specie si può conservare<br />

ex-situ (specie ortodossa che sopporta l’essiccazione<br />

dei tessuti) inoltre essa ha alti livelli di germinazione<br />

(80%) previa scarificazione, a temperature di<br />

21°C (FLYNN et al., 2006).<br />

La specie presenta numero cromosomico: 2n = 10.<br />

Ecologia. Può essere considerata una specie glareicola<br />

di ambiente subalpino, in quanto cresce su falde<br />

detritiche di rocce sedimentarie in esposizione meridionale<br />

e in condizioni piuttosto xeroterme, a quote<br />

comprese tra 1800 e 2100 m (CONTI et al., 1992;<br />

ALESSANDRINI et al., 2003;). Grazie al suo robusto<br />

fittone, sembra svolgere la funzione di stabilizzare il<br />

detrito sciolto. Nei siti di crescita, essa copre vaste<br />

superfici in cui risulta dominante, formando consorzi<br />

erbacei con le seguenti specie: Brachypodium<br />

genuense (DC.) Roemer et Schultes, Trifolium thalii<br />

Vill., Alchemilla xanthoclora Rothm., Cerastium<br />

arvense L. subsp. suffruticosum (L.) Nyman, Daphne<br />

mezereum L., Lotus alpinus (DC.) Schleich., Stachys<br />

recta L. subsp. labiosa, (Bertol.) Briq. (FOGGI,<br />

RICCERI, 1989). Dal punto di vista fitosociologico è<br />

una specie inquadrabile nell’alleanza Thlaspion<br />

rotundifolii (OLIVIER et al., 1995).<br />

Distribuzione in Italia.<br />

Regione biogeografica: la specie ricade nella<br />

Provincia dell’Appennino, settore Tosco-Emiliano<br />

(PEDROTTI, 1996).<br />

Regione amministrativa: Emilia-Romagna.<br />

Numero di stazioni: esistono due stazioni entrambe in<br />

Provincia di Reggio Emilia (RE), nel Parco<br />

Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. La prima<br />

al M. Cusna, con 6 piccoli nuclei di crescita distinti<br />

(FOGGI, RICCERI, 1989). La seconda, da noi non<br />

verificata, in località Rio Re, nel settore del M. Prado<br />

(ALESSANDRINI, BRANCHETTI, 1997), dove sarebbe<br />

presente con una popolazione molto esigua. La specie<br />

è stata di recente accuratamente mappata sul terreno<br />

e i dati gestiti in ambiente GIS (LEONARDI,<br />

2001; GARBELLINI, 2003).<br />

Tipo corologico e areale globale. Specie orofitica<br />

endemica W-<strong>Alpina</strong>/N-Appenninica presente solo in<br />

due stazioni puntiformi: una in Italia lungo i versanti<br />

sud del M. Cusna in Appennino Tosco-Emiliano;<br />

una in Francia, recentemente ritrovata presso i versanti<br />

sud del M. Aurosine (Department des Hautes<br />

Alpes, Montagne Auroze sur la Cluse, presso<br />

Chambery), nelle Alpi Graie (FOGGI, RICCERI, 1989;<br />

OLIVIER et al., 1995; SCOPPOLA, SPAMPINATO, 2005).<br />

E’ ritenuta sistematicamente affine a V. argentea<br />

Lapeyr. (specie endemica dei Pirenei), V. serinica<br />

Uechtr. & Huter (Monte Sirino e M. di Papa, in<br />

Basilicata; M. Tiphristos e M. Kaliokouda in Grecia),<br />

V. canescens Labill. (massiccio del Makmel in Libano)

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