25.12.2014 Views

IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

72 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />

<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />

Erica forskalii Vitm.<br />

C. MELE, P. MEDAGLI, A. ALBANO e S. MARCHIORI<br />

Nomenclatura:<br />

Nome scientifico: Erica forskalii Vitm.<br />

Sinonimi: Erica manipuliflora Salisb.<br />

Famiglia: Ericaceae<br />

Nome comune: Erica pugliese<br />

Descrizione. Arbusto sempreverde alto fino a 60 cm,<br />

fusto generalmente prostrato-ascendente; foglie in<br />

verticilli, aghiformi, lunghe 4-8 mm con picciuolo di<br />

1 mm e lamina 1,5 x 7-9 mm. Infiorescenze fitte,<br />

con molti fiori generalmente su rami laterali superati<br />

da rami con sole foglie; corolla campanulata rosa,<br />

raramente bianca, con tubicino lungo 3 mm, antere<br />

lunghe 0,7-1 mm, divise longitudinalmente su quasi<br />

tutta la lunghezza in due lobi divergenti all’apice<br />

(PIGNATTI, 1982).<br />

Biologia. Si tratta di una camefita suffruticosa che<br />

fiorisce nel periodo Agosto-Ottobre (PIGNATTI,<br />

1982). I semi sono molto minuti, non hanno strutture<br />

utili alla disseminazione anemocora e il vento li<br />

trasporta lontano in relazione alla sua intensità. Il<br />

genere Erica è tipico delle regioni percorse periodicamente<br />

dagli incendi: il fuoco ha, infatti, un ruolo<br />

fondamentale nella stimolazione dei processi germinativi<br />

di queste specie. Tuttavia, non sono stati completamente<br />

compresi i meccanismi con cui, attraverso<br />

la temperatura elevata, il fumo e gli estratti acquosi<br />

del fumo, l’incendio agisce sulla germinazione<br />

(PIOTTO, DI NOI, 2001).<br />

Ecologia. E. forskalii è una specie termofila e xerofila<br />

che partecipa alla formazione di garighe costiere<br />

dominate da camefite e nanofanerofite (BIONDI,<br />

1999). In Salento queste cenosi si differenziano per<br />

la presenza di Satureja cuneifolia Ten. e si insediano<br />

su substrati calcarei o talora calcarenitici con suolo<br />

poco profondo frammisto a rocce affioranti, in un’area<br />

caratterizzata da clima termomediterraneo con<br />

un periodo di aridità di circa quattro mesi (BRULLO<br />

et al., 1986).<br />

Distribuzione in Italia.<br />

Regione biogeografica: in base alla suddivisione geobotanica<br />

dell’Italia (PEDROTTI, 1996) l’intera area di<br />

distribuzione di E. forskalii è compresa nella regione<br />

biogeografica mediterranea e più precisamente nella<br />

provincia Adriatico-Ionica.<br />

Regioni amministrative: l’areale italiano include solo<br />

la Puglia (CONTI et al., 2005), poiché viene esclusa<br />

completamente la sua presenza in Sicilia (MINISSALE,<br />

SPAMPINATO, 1986).<br />

Numero di stazioni: per la Puglia sono note ben 13<br />

stazioni di E. forskalii, tutte localizzate lungo la costa<br />

adriatica a sud di Bari, fatta eccezione dell’unica stazione,<br />

anche molto ridotta situata a sud di Gallipoli<br />

(Lecce) in località Punta Pizzo, lungo il litorale jonico<br />

(MARCHIORI et al., 1994). Lungo la costa adriatica<br />

la specie è presente in modo abbastanza continuo,<br />

anche con popolamenti estesi e ben rappresentati.<br />

Due sono le stazioni note comprese nella provincia di<br />

Brindisi, in località Apani presso Lido S. Lucia e a<br />

Torre Mattarella presso le Saline di Brindisi. Nella<br />

provincia di Lecce le località Macchia di S. Cataldo,<br />

Macchie di S. Pietro e Macchie di Termolito nel<br />

comune di Vernole e il tratto di costa fra S. Andrea e<br />

Frassanito e Alimini Grande (comune di Otranto),<br />

costituiscono le 5 stazioni in cui è possibile osservare<br />

ampie formazioni di garighe ad E. forskalii, anche in<br />

ottimo stato di conservazione. Molto discontinua,<br />

con popolamenti ridotti e sparsi, è la presenza della<br />

specie nelle località Macchia Li Ronzi nel comune di<br />

Surbo, Macchia di Torre Veneri (Lecce), Riserva<br />

naturale delle Cesine (Vernole), Masseria Cassano e<br />

Torre dell’Orso nel comune di Melendugno<br />

(PERSONE’, 1910; BIANCO et al., 1985; MARCHIORI<br />

et al., 1998a, b).<br />

Tipo corologico e areale globale. Specie a corologia<br />

E-Stenomediterranea (PIGNATTI, 1982). Il suo areale<br />

si estende, infatti, nella parte orientale del Bacino<br />

Mediterraneo, comprendendo Slovenia, Croazia,<br />

Montenegro, Albania, Grecia, Cipro e Turchia<br />

(BRULLO et al., 1986; MEDAGLI, RUGGIERO, 2002).<br />

In Italia è presente solo nella Penisola Salentina.<br />

Minacce. Il pericolo maggiore è rappresentato da

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!