IBI 40 Supplemento 1 (2008) - Gruppo Flora Alpina Bergamasca
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INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, <strong>40</strong> SUPPL. 1, <strong>2008</strong><br />
<strong>Flora</strong> da conservare: implementazione delle categorie e dei criteri IUCN (2001) per la redazione di nuove Liste Rosse<br />
109<br />
Sanguisorba dodecandra Moretti<br />
R. GENTILI, G. ROSSI e G. PAROLO<br />
Nomenclatura:<br />
Specie: Sanguisorba dodecandra Moretti<br />
Sinonimi: Poterium dodecandrum Benth. et Hook<br />
Famiglia: Rosaceae<br />
Nome comune: Salvastrella orobica (PIGNATTI,<br />
1982); Frasnej (FUCHS-ECKERT, 1990)<br />
Descrizione. Pianta erbacea alta 4-10 dm, foglie<br />
basali lunghe 4-7 dm con (9) 15-17 (21) segmenti<br />
progressivamente più grandi, i maggiori lanceolati,<br />
aventi dimensioni di 3 x 8 cm, dentati sul margine,<br />
sotto glauchi, con piccoli segmenti stipuliformi basali<br />
(4 x 6 mm); capolino cilindrico di 4-7 cm, fiori di<br />
colore verde-giallastro; stami lunghi il doppio del<br />
calice (PIROLA, 1964; PIGNATTI, 1982).<br />
Biologia. S. dodecandra Moretti è un’emicriptofita<br />
scaposa che fiorisce da luglio a settembre.<br />
La dispersione dei semi avviene principalmente grazie<br />
al vento (semi alati), ma non si esclude la dispersione<br />
idrocora, dato che la specie, non di rado, cresce in<br />
prossimità di corsi d’acqua. Un ulteriore sistema di<br />
dispersione può essere imputabile alle attività pastorali,<br />
visto che la pianta, appetita dal bestiame, era utilizzata<br />
in passato come foraggiera (PAROLO, 2004).<br />
I semi si possono conservare ex-situ (specie ortodossa<br />
che sopporta l’essiccazione e il congelamento dei tessuti);<br />
inoltre, essa presenta alti livelli di germinazione (97-<br />
100%) su Agar 1%, a temperature rispettivamente di<br />
20 °C e 25 °C (DECANIS, 2005; FLYNN et al., 2006).<br />
La specie presenta numero cromosomico 2n = 56<br />
(MOORE, 1982).<br />
Ecologia. La specie cresce in presenza di forte umidità<br />
ambientale, su terreni ricchi di humus, canaloni a<br />
lungo innevamento, in prossimità di torrenti, rivoli e<br />
laghi alpini. Frequentemente cresce in consorzi di<br />
megaforbie igronitrofile (dove spesso è dominante),<br />
anche compenetrata o al margine dell’alneta ad Alnus<br />
viridis (Chaix) DC. (PAROLO, 2004). Alcune popolazioni<br />
sono ubicate in insediamenti rupicoli, sempre<br />
però in corrispondenza di stillicidi (PIROLA, 1964,<br />
1982). La pianta cresce a quote comprese tra 700 e<br />
2300 m, con un optimum intorno a 1500-1900 m.<br />
Dal punto di vista fitosociologico è una specie inquadrabile<br />
nell’associazione Cirsio-Sanguisorbetum dodecandrae<br />
(Mulgedio-Aconitetea) e nell’alleanza Carici<br />
piluliferae-Epilobion angustifolii (Epilobietea angustifolii)<br />
(PIROLA, CREDARO, 1979; AESCHIMANN et al.,<br />
2004; PAROLO, 2004).<br />
Distribuzione in Italia.<br />
Regione biogeografica: la specie ricade nella Provincia<br />
delle Alpi, settore Alpi centro-orientali (PEDROTTI,<br />
1996).<br />
Regione amministrativa: Lombardia, nelle province di<br />
Sondrio e Bergamo.<br />
Numero di stazioni: esistono 12 stazioni naturali,<br />
alcune della quali di grandi dimensioni (PIROLA,<br />
1964, 1982) e varie piccole stazioni puntiformi di<br />
origine antropica, in quanto la specie è stata spesso<br />
coltivata in giardini botanici e privati (CORNAZ,<br />
1890; CORTI, 1959; FUCHS-ECKERT, 1990). Per le<br />
stazioni naturali è stato realizzato un database in<br />
ambiente GIS.<br />
Tipo corologico e areale globale. La distribuzione<br />
della specie è stata qui documentata da dati di letteratura<br />
e di erbario (PAV e HBBS), nonché sulla base<br />
di varie escursioni di campo, effettuate negli ultimi<br />
anni. Specie endemica alpica, delle Alpi Orobie valtellinesi<br />
(versante settentrionale) e bergamasche (versante<br />
meridionale), nonché dei versanti meridionali<br />
delle Alpi Retiche (FORNACIARI, 1948; PIROLA,<br />
1964; BECHERER, 1970). Per S. dodecandra esistono<br />
vecchie segnalazioni in alcune località della Svizzera<br />
(presso Zurigo, Neuchâtel, Losanna, ecc.) e Austria<br />
(presso Vienna), dove la specie era presente in passato,<br />
in seguito ad introduzioni, peraltro non confermate<br />
recentemente (FUCHS-ECKERT, 1990).<br />
In provincia di Sondrio, si trova in Val Livrio, Valli<br />
Scais-Venina, Armisola, Val d’Arigna, Val di Togno;<br />
esistono inoltre stazioni antropiche in Valmalenco a<br />
Chiareggio (CORTI, 1959; PAROLO, 2004), a Boirolo<br />
e presso Bormio, all’interno di un orto privato<br />
(esemplare d’erbario in PAV). Non è più stata ritrovata,<br />
invece, dopo numerose ricerche (FUCHS-<br />
ECKERT, 1990; G.P.), la stazione riportata da PIROLA<br />
(1964, 1982) ai Prati di Rolla, presso Sondrio.<br />
In provincia di Bergamo si trova in Val Brembana,