la malattia celiaca in medicina generale - Associazione Italiana ...
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LA DIAGNOSI. GENETICA DELLA CELIACHIA<br />
predittivo positivo: pertanto se sia il DQ2 che<br />
il DQ8 sono assenti non vi è quasi nessuna<br />
possibilità di sviluppare <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia; viceversa,<br />
se sono presenti, <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia è possibile, ma<br />
va ricordato che il 30-35% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
<strong>generale</strong> e il 60-70% dei familiari di primo<br />
grado hanno questi antigeni senza avere <strong>la</strong><br />
ma<strong>la</strong>ttia. Infatti l’HLA spiega soltanto il 30-40%<br />
del rischio genetico.<br />
Un aspetto importante è cercare di chiarire<br />
quali sono quelle condizioni <strong>in</strong> cui <strong>la</strong> tipizzazione<br />
HLA può essere uno strumento utile nel<strong>la</strong><br />
diagnosi di celiachia. Sicuramente nei casi<br />
<strong>in</strong> cui abbiamo pattern sierologici e/o istologici<br />
ambigui; quando non è disponibile una<br />
biopsia digiunale, e soprattutto nell’ambito di<br />
una strategia di screen<strong>in</strong>g per <strong>in</strong>dividui as<strong>in</strong>tomatici<br />
ma che appartengono a “gruppi a<br />
rischio” quali soggetti con s<strong>in</strong>drome di Turner,<br />
s<strong>in</strong>drome di Down, s<strong>in</strong>drome di Williams e familiari<br />
di primo grado di celiaci. In questi casi<br />
l’assenza del DQ2 e DQ8 rende <strong>la</strong> celiachia<br />
altamente improbabile, per cui l’analisi HLA<br />
contribuisce a defi nire una popo<strong>la</strong>zione che<br />
non ha più bisogno di eseguire test sierologici<br />
nel tempo.<br />
Identificazione<br />
dei soggetti a rischio<br />
Un aspetto altamente <strong>in</strong>novativo è rappresentato<br />
dal<strong>la</strong> possibilità di poter e<strong>la</strong>borare, attraverso<br />
<strong>la</strong> tipizzazione HLA-DQ, una stratifi cazione del<br />
rischio genetico <strong>in</strong> modo da <strong>in</strong>dividuare, soprattutto<br />
nelle categorie già a rischio, quei soggetti<br />
che hanno il più alto rischio di amma<strong>la</strong>rsi. In uno<br />
studio recente 5 è stato dimostrato che il rischio<br />
genetico associato all’HLA-DQ2 non è lo stesso<br />
per tutti i pazienti, proponendo di stratifi care i<br />
celiaci <strong>in</strong> 5 c<strong>la</strong>ssi di rischio, <strong>in</strong> base al tipo di<br />
DQ, otteniamo così le seguenti c<strong>la</strong>ssi di rischio<br />
di avere <strong>la</strong> celiachia nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>generale</strong>:<br />
gruppo 1 (G1) con due copie del DQ2<br />
(rischio = 21%); G2 con una copia del DQ2<br />
costruita <strong>in</strong> trans tra i due alleli (rischio = 17%);<br />
G3 con una so<strong>la</strong> copia del DQ2 (rischio = 6%);<br />
G4 con DQ8 (rischio = 5%); G5 con altri tipi di<br />
DQ (rischio = 0,06%). Al<strong>la</strong> luce di questi risultati,<br />
abbiamo recentemente condotto uno studio sui<br />
familiari di primo grado di celiaci con l’obiettivo<br />
di ottimizzare le <strong>in</strong>formazioni date dal<strong>la</strong> tipizzazione<br />
HLA creando una stratifi cazione per c<strong>la</strong>ssi<br />
di rischio: il familiare di primo grado DQ2 positivo<br />
ha un rischio di circa il 20% di sviluppare<br />
<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia. Tale rischio supera il 20% nei casi<br />
con 2 copie del DQ2; si dimezza nei casi con<br />
una so<strong>la</strong> copia del DQ2; non avere il DQ2 ma<br />
il DQ8 porta il rischio dal 10 al 4% 7 .<br />
È possibile <strong>in</strong> questo modo identifi care i familiari<br />
di primo grado di celiaci ad alto rischio<br />
s<strong>in</strong> dal<strong>la</strong> nascita e pensare ad eventuali strategie<br />
preventive.<br />
Quali possibili strategie<br />
Una volta identifi cati gli <strong>in</strong>dividui con il più alto<br />
rischio di ma<strong>la</strong>ttia, l’obiettivo è quello di adottare<br />
misure atte a prevenire, per quanto possibile, i<br />
danni del<strong>la</strong> celiachia non diagnosticata.<br />
Ma cosa è l’HLA<br />
La complessità e il polimorfi smo del<strong>la</strong> regione<br />
genetica dell’HLA ha reso così <strong>in</strong><strong>in</strong>telligibile <strong>la</strong><br />
nomenc<strong>la</strong>tura dell’HLA che <strong>la</strong> maggioranza<br />
dei pazienti, e dei medici, semplicemente rifi u-<br />
ta di leggere i risultati delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i.<br />
Invece si tratta di un sistema abbastanza semplice.<br />
Permettete un divertissement<br />
La cellu<strong>la</strong> ha bisogno, <strong>in</strong> mezzo ai milioni di molecole<br />
che vanno a bussare sul<strong>la</strong> sua superfi cie,<br />
di dist<strong>in</strong>guere bene gli amici dai nemici: ha imparato<br />
<strong>in</strong>fatti ad identifi care i nemici, catturarli<br />
tra due sent<strong>in</strong>elle e presentarli ai terribili l<strong>in</strong>fociti<br />
capaci di attivare una battaglia contro di loro.<br />
Le cellule esposte agli antigeni (esterni, ma anche<br />
<strong>in</strong>terni) hanno migliaia di queste coppie di<br />
sent<strong>in</strong>elle sul<strong>la</strong> loro superfi cie.<br />
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