Cer_318_completo xweb.pdf - Confindustria Ceramica
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CERINTERVISTA<br />
durante il liceo iniziai a propormi come<br />
illustratore per la pubblicità a case editrici<br />
come “Il Segno” e la “Iceberg”».<br />
A un certo punto la svolta. «Mentre<br />
frequentavo la terza liceo decisi di partecipare<br />
a un grande concorso lanciato<br />
dalla Totem di Roma. Andò bene, classificandomi<br />
secondo su quasi tremila partecipanti.<br />
Capii così che avrei potuto<br />
farcela. E per la Totem mi misi a disegnare<br />
delle strisce, come quella di<br />
Nash Falcone, una specie di investigatore,<br />
e di un altro personaggio che<br />
non vorrei citare visto che intendo realizzarci<br />
un film».<br />
A quel punto «incominciai a fare gavetta<br />
sul campo e a guadagnare i primi quattrini.<br />
Pochi per la verità rispetto al lavoro svolto.<br />
Ma la soddisfazione e l’entusiasmo erano<br />
molti». Sempre continuando a bussare alla<br />
porta di nuovi editori. Per farla breve, a 24<br />
anni il giovane Straffi già disegnava Nick<br />
Raider per la Sergio Bonelli, numero uno del<br />
settore. Poi il colpo vincente. «Alla Fiera di<br />
Bologna feci vedere i miei lavori all’editore<br />
francese di Comics “Bayard Presse”, che<br />
aveva uno studio di animazione e che per di<br />
più pagava meglio degli altri. L’interesse fu<br />
immediato: “Le tue strisce - mi fu detto -<br />
sembrano soggetti per cartoni animati. Non<br />
ti interesserebbe realizzarne uno?».<br />
A tambur battente Straffi spedì le sue<br />
tavole in Francia e dopo una quindicina di<br />
giorni gli telefonarono per offrirgli un interessante<br />
contratto di quattro mesi, formalizzato<br />
via fax. «Era il maggio 1992 e a<br />
Parigi, lavorando a Le roman du renard,<br />
mi innamorai dell’animazione. Terminati<br />
i quattro mesi, la Bayard Presse, che aveva<br />
in joint venture un altro studio in<br />
Lussemburgo, mi propose di seguire<br />
in questa città la seconda fase<br />
delle lavorazioni come supervisore<br />
artistico. E lì mi<br />
sarei accasato per un anno<br />
e mezzo. Terminato il<br />
secondo step, i francesi mi<br />
proposero un ulteriore<br />
contratto di quattro anni<br />
per seguire la regia di un<br />
altro film. Ma la voglia<br />
Dante, tra i protagonisti della serie Huntik<br />
di fare qualcosa in<br />
32 CER novembre/dicembre 2009<br />
Le fatine Winx<br />
prima persona era troppo forte. Così decisi<br />
di rientrare».<br />
A questo punto «mi proposi come capofila,<br />
in quel di Macerata, di un gruppetto di<br />
aspiranti disegnatori che veniva da tutta la<br />
Regione e che avevano un loro studio.<br />
Operando da scuola e da service. Ma il mio<br />
obiettivo era quello di arrivare a milioni di<br />
ragazzi e fare business con i cartoni. E non<br />
solo». Nel marzo 1995 «fondai quindi la<br />
Rainbow, supportata dal mio attuale socio<br />
don Lamberto Pigini (sacerdote e noto<br />
imprenditore) a patto che non interferisse<br />
sul mio lavoro. E fu lui a dirmi che, per il<br />
nome aziendale, dovevo pensare a un qualcosa<br />
che ricordasse il colore in movimento.<br />
Cosa di meglio di un arcobaleno? Le prime<br />
cose cantierizzate, nella sede alla periferia di<br />
Recanati, furono i quattro minuti della<br />
“Freccia Azzurra” realizzati per la Rai, quindi<br />
altri lavori come Belfagor, Carlan Crosso e la<br />
Pimpa di Altan.<br />
Come per tutte le imprese gli inizi non<br />
furono comunque facili. «In quegli anni<br />
mancavamo di credibilità, la qual cosa rendeva<br />
faticoso anche prendere soltanto degli<br />
appuntamenti con i responsabili televisivi.<br />
Insomma, senza la forza dei prodotti e l’apprezzamento<br />
dei bambini bisognava compiere<br />
salti mortali. In tale contesto presero<br />
comunque corpo lavori significativi, come<br />
Tommy & Oscar, per poi arrivare nel 2004 al<br />
debutto delle Winx». E visto che un successo<br />
tira l’altro, in breve il gradimento si tradusse<br />
in un bel volo sui piccoli schermi di<br />
mezzo mondo.