Cer_318_completo xweb.pdf - Confindustria Ceramica
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la concorrenza e conferire, in futuro,<br />
all’Italia, un ruolo di hub europeo del<br />
gas. Attualmente, i prezzi del gas<br />
metano nei contratti a lungo termine,<br />
indicizzati in base all’andamento delle<br />
quotazioni del greggio, si sono ampiamente<br />
abbassati e si sono generati<br />
prezzi spot per vendere i grandi quantitativi<br />
di materia prima rimasta da<br />
allocare sul mercato. L’Italia, tuttavia,<br />
non può cogliere al volo questa situazione,<br />
né ha potuto farlo nel recente<br />
passato, acquistando surplus di materia<br />
prima a prezzi allettanti (il che<br />
aumenterebbe la concorrenza e farebbe<br />
scendere le quotazioni, con vantaggio<br />
per i clienti finali, compresi quelli<br />
industriali), dato che non dispone dell’indispensabile<br />
spazio per lo stoccaggio.<br />
Se, inoltre, la capienza complessiva<br />
di stoccaggio aumentasse considerevolmente,<br />
si potrebbe creare la prospettiva<br />
di fare dell’Italia uno snodo<br />
internazionale (hub) di riferimento per<br />
molti Paesi.<br />
Oggi, in Italia, sono disponibili soltanto<br />
10 siti di stoccaggio – a Settala (fra<br />
Milano e Lodi), Brugherio (Milano),<br />
Sergnano (fra Cremona e Bergamo),<br />
Ripalta (Cremona), Cortemaggiore (fra<br />
Cremona e Parma), Collalto (Treviso),<br />
Sabbioncello (Ferrara), Minerbio<br />
(Bologna), Cellino (Teramo), Fiume<br />
Treste (fra Chieti e Campobasso) – corrispondenti<br />
ad ex-giacimenti metaniferi<br />
(in termine tecnico, giacimenti<br />
“depletati”). La funzione dello stoccaggio<br />
è quella di immagazzinare gas di<br />
produzione nazionale o importato, da<br />
immettere nella rete di trasporto e di<br />
posticiparne l’utilizzo, seguendo le<br />
necessità della domanda. Nel corso<br />
Principali indicatori<br />
del consumo di gas metano in Italia<br />
(Valori in miliardi di metri cubi - anno 2008)<br />
Consumo complessivo annuo 85<br />
Consumo industriale 19<br />
Produzione interna 9,1<br />
Import 76,9<br />
Capacità di stoccaggio 14<br />
Deficit da colmare almeno 4*<br />
* dato indicativo, legato sia a necessità tecniche sia<br />
all’andamento della domanda<br />
Fonte: RIE<br />
degli anni i progetti per la creazione di<br />
nuovi siti di stoccaggio (in giacimenti<br />
vuoti o semiesauriti, in zone acquifere<br />
profonde, in miniere di carbone<br />
abbandonate o in cavità ricavate tra<br />
formazioni saline sotterranee) sono<br />
cresciuti: nel 2005 erano 9, e nel 2007<br />
14, ma di questi nessuno è entrato in<br />
funzione, e solo 3 sono stati autorizzati<br />
in concessione ai duo-polisti attuali<br />
(Stogit, Edison Stoccaggi).<br />
Dunque le pratiche per uscire da questa<br />
situazione vanno a rilento, anche<br />
per la complessità delle procedure<br />
burocratiche necessarie all’avvio dell’esercizio<br />
dei siti. Sul fronte delle infrastrutture<br />
e approvvigionamento le cose<br />
vanno un po’ meglio: da poco, sono<br />
entrate in esercizio Tag Expansion<br />
Tranche 1, Ttpc Expansion 1, Ttpc<br />
Expansion 2, Rovigo Lng Terminal,<br />
mentre, in tempi non lunghi, dovrebbe<br />
entrare in funzione anche Tag Expansion<br />
tranche 2. Fra gli investimenti<br />
work in progress figurano i gasdotti Tap<br />
(Albania-Italia), Igi (Grecia-Italia), Sel<br />
(Austria-Italia), Galsi (Algeria Italia) e<br />
CERENERGIA<br />
Tgl (Germania-Austria-Italia).<br />
Mentre la partita dei rigassificatori<br />
(strutture in grado di<br />
rigassificare il gas importato<br />
allo stato liquido) rimane<br />
aperta, e molti di questi<br />
impianti (fra i quali quelli di<br />
Porto Viro, Brindisi, Rosignano,<br />
Taranto, Gioia Tauro,<br />
Porto Empedocle, Augusta,<br />
Trieste, Ravenna, Falconara,<br />
Civitavecchia) sono ancora da<br />
costruire.<br />
Rimane il fatto, tuttavia, che,<br />
dal 2002 al 2008, le disponibilità<br />
derivanti dallo stoccaggio in Italia,<br />
comprensive quelle per le riserve<br />
strategiche, sono aumentate soltanto<br />
del 12% (in seguito a iniziative di ottimizzazione<br />
delle infrastrutture esistenti),<br />
a fronte di una crescita dei consumi<br />
del 22%. Negli ultimi anni, inoltre, la<br />
disponibilità di erogazione giornaliera<br />
in momenti di punta, è rimasta pressoché<br />
costante. Pur in presenza di una<br />
situazione di crisi, che ha fatto scendere<br />
i consumi, i fattori di criticità rimangono,<br />
comprese le inefficienze, come la<br />
sottoutilizzazione degli impianti nei<br />
periodi estivi e il fatto che, nei criteri di<br />
allocazione della risorsa, siano privilegiati<br />
i clienti residenziali, con scarsa<br />
voce in capitolo di quelli industriali.<br />
Qualora si ripresentassero situazioni<br />
come un inverno particolarmente rigido,<br />
con punte di freddo in avanzata<br />
fase di svuotamento dei siti di stoccaggio,<br />
e problemi di interruzione delle<br />
forniture dall’estero, il sistema potrebbe<br />
entrare rapidamente in crisi.<br />
robertofaben@libero.it<br />
2009 novembre/dicembre CER 61