Tesi di Valeria Sanna - Bruno Osimo, traduzioni, semiotica della ...
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Originarie <strong>della</strong> lingua inglese, le onomatopee nei fumetti sono ormai<strong>di</strong>ventate comprensibili a livello quasi universale, grazie alla circolazione ingenere dei fumetti e, nel caso specifico <strong>della</strong> lingua italiana, grazie allenumerose <strong>traduzioni</strong> <strong>di</strong> fumetti statunitensi. Lo stretto legame tra parola esignificato è andato svanendo nel trasferimento dell'onomatopea nella lingua<strong>della</strong> cultura <strong>di</strong> arrivo ma, nonostante ciò, resta una forte carica evocativa cherimanda a un'azione o a un rumore. Le onomatopee «conferiscono una "terza<strong>di</strong>mensione" al fumetto, quella del suono» 24 .Roman Gubern nel suo Il linguaggio dei comics definisce le onomatopeecome «fenomeni con valore grafico che suggeriscono acusticamente ad unlettore il rumore <strong>di</strong> un’azione o <strong>di</strong> un animale» 25 . L’autore <strong>di</strong>stingue inoltre leonomatopee dai «suoni inarticolati», sostenendo che:La <strong>di</strong>fferenza fra «onomatopea» e «suoniinarticolati» <strong>di</strong>pende dalla fonte da cui proviene ilsuono, che per i secon<strong>di</strong> è sempre la bocca. Così,ad esempio il «muà!» <strong>di</strong> un bacio deve essereconsiderato «suono inarticolato» e nononomatopea (1975:125)Figura 1.7: un esempio <strong>di</strong> suoni inarticolati tratto da Calvin & Hobbes24 «They lend a third <strong>di</strong>mension to comics, namely the <strong>di</strong>mension of sound» Schnetzer2003:14.14