Carolina CiacciDipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,Università Federico II, NapoliFertilità,gravidanzae celiachiaLe prime domande che una giovane donna celiaca pone al medico riguardano la sua fertilità ela possibilità di trasmettere la celiachia ai figli. Numerosi studi sembrano indicare che ledonne celiache che seguono bene la dieta senza glutine possono stare tranquille: è stato dimostratoche lo sviluppo del bambino nell'utero e il decorso della gravidanza non risentono in alcunmodo dell'essere celiache quando si segue bene la dieta e un corretto stile di vita. Tuttavia unostudio epidemiologico suggerisce che le donne celiache hanno più spesso parti indotti e/o cesarei.Questo potrebbe non essere dovuto ad una maggiore predisposizione alle malattie, bensì essere il segnodi una maggiore attenzione alla salute e quindi di una maggiore medicalizzazione. Nella trattazioneche segue distingueremo due fasi, quella prima della diagnosi (a dieta libera) e dopo.È piuttosto chiaro che la celiachia misconosciuta determina alterazioni nella sfera riproduttivadelle donne solo quando non sanno di essere celiache.Diversi studi retrospettivi indicano che l'età del menarca è spesso posticipata nelle ragazze celiache;al ritardo puberale si può associare l'amenorrea, presente almeno 3 volte più frequentementenelle celiache rispetto alle donne della popolazione generale. La menopausa sembra comparire prima.Alcuni studi sostengono che la celiachia dovrebbe essere sospettata di fronte a donne infertiliper motivi non spiegati, poiché questa condizione sarebbe più frequente tra le donne infertili rispettoalla popolazione generale (con prevalenza dal 4 all'8%). Anche la prevalenza di aborti antro il terzomese di gestazione è maggiore, come dimostrato da alcuni studi retrospettivi e da studi epidemiologicisu grandi numeri sia di celiache che di controlli. Non sembra essere invece differente laprevalenza di eclampsia tra le celiache. Si registra inoltre, in più studi, un più frequente basso peso allanascita del bambino e una riduzione del tempo di allattamento che è di circa 2.5 mesi inferiore rispettoalle donne non celiache. Le conferme a questi dati vengono fornite anche da studi che guardanol'altro lato del problema. Infatti, uno studio italiano condotto testando per celiachia 860 madridi bambini pretermine e/o sottopeso alla nascita ha confermato che, tra loro, il rischio che la madresia celiaca è di 2,5 volte superiore al rischio di madri di bambini di peso normale. Uno studio svedesedice anche che la celiachia nel padre, e non quindi nella madre, potrebbe avere un effetto sul pesodel bambino alla nascita. Tutti questi problemi sarebbero corretti dalla dieta senza glutine praticatascrupolosamente. In contrapposizione a questi dati, uno studio avrebbe riscontrato che la celiachianon diagnosticata è frequente tra le donne in gravidanza (>1%), ma che ciò non sarebbe associatoad un decorso più o meno sfavorevole della gravidanza stessa.Il meccanismo patogenetico correlato alla celiachia responsabile di tali disturbi non è ancora48AIC - Vademecum 2008
Fertilità, gravidanza e celiachiaben chiaro. È stato supposto che il malassorbimento di specifiche vitamine ed altri oligoelementiquali il ferro e lo zinco, possa causare alterazioni del sistema immunitario ed endocrino, spesso presentinella celiachia, e quindi ipopituitarismo funzionale che si tradurrebbe in ridotta sintesi di gonadotropine,di estrogeni (ridotta funzione ovarica o di attivazione <strong>dei</strong> precursori degli ormoni ) e cosìamenorrea ed infertilità. Bisogna tuttavia tener conto che sono moltissime le donne che non hannomalassorbimento, pertanto si può ipotizzare che l'attivazione patologica del sistema immunitariopotrebbe giocare un ruolo per spiegare i disturbi riproduttivi in pazienti con problemi malassorbitiviminori.Non ci sono poi dati epidemiologici concreti per valutare la possibile associazione della celiachianon diagnosticata con il rischio di malformazioni nel nascituro, anche se segnalazioni di questotipo sono presenti in letteratura. È noto comunque che una ridotta disponibilità per il feto di elementiquali lo zinco, l'acido folico e la vitamina B12 sarebbero associati ad incrementato rischio disviluppare difetti nella maturazione del tubo neurale, mentre un ridotto assorbimento di vitamina Kdalla madre potrebbe causare malformazioni scheletriche nel bambino. Infine le alterazioni endocrinologichenelle madri con celiachia sono esse stesse fattori di rischio per patologie come il diabetee l'ipo-tiroidismo nel nascituro.Per evitare queste complicazioni la diagnosi precoce di celiachia è fondamentale, così come labuona aderenza alla dieta senza glutine dopo la diagnosi. È ovvio che le celiache dovranno rispettarenon solo la dieta senza glutine, ma anche tutte le raccomandazioni dietetiche e di supplementazioneche sono generalmente fatte a tutte le donne in gravidanza. In particolare è importante un adeguatoapporto di calcio; la gravidanza, di per sé, causa perdita di massa ossea, per cui questo aspettoè ancora più importante se la diagnosi di celiachia è stata fatta nell'età adulta, quando il malassorbimentoocculto aveva già minato i depositi di calcio nell'osso. L'alimento che contiene più calcio, edin forma altamente disponibile, è il latte. L'apporto quotidiano di latte parzialmente scremato e <strong>dei</strong>suoi derivati freschi consente di assumere almeno la metà della quantità di calcio necessaria giornalmente,mentre nei formaggi stagionati il calcio è meno biodisponibile ed il colesterolo è molto piùconcentrato. Si rischia, quindi, di assumere troppo colesterolo e calorie per il vantaggio, in quantitàdi calcio, che si ottiene. Importante per tutte le donne, celiache e non, è l'acido folico, una vitaminache previene le malformazioni del feto, in particolare quelle del tubo neurale.In alcune zone d'Italia è raccomandata anche una supplementazione di fluoro, poco presentenell'acqua potabile. Così come a tutte le altre donne, alla donna celiaca dovrebbe essere consigliatodi monitorare il proprio peso: la dieta senza glutine talora è sbilanciata per eccesso di grassi che, essendopiù calorici <strong>dei</strong> carboidrati, favoriscono l'aumento del peso. Come si vede non ci sono particolariproblemi o rischi nell'affrontare una gravidanza seguendo correttamente la dieta senza glutine.Molto lavoro si sta facendo in Italia per una diagnosi precoce di celiachia. Ancora molto spessotuttavia, la diagnosi si fa tardi, proprio durante una gravidanza o immediatamente dopo: si ritieneche ciò accada perché la gravidanza modifica il delicato equilibrio psico-fisico della donna che nonsa di essere celiaca, “coagulando” segni e sintomi. In questo caso è ovvio che la diagnosi sarà fatta incondizioni estreme: spesso non si fa la biopsia e si consiglia di iniziare la dieta e si rimanda la diagnosicorretta a dopo l'allattamento o a quando le condizioni cliniche siano migliorate. La dieta senzaglutine però corregge le lesioni intestinali, per cui talora è necessaria una riesposizione al glutine euna nuova biopsia per essere sicuri della diagnosi. In molti casi si può eseguire una gastroscopia eduna biopsia anche in corso di gravidanza: poche precauzioni che riguardano soprattutto il controllodella coagulazione ed il livello di emoglobina nel sangue consentono di eseguire l'esame in sicurezza.Quando questo non è possibile si raccomanda di eseguire più di un esame di laboratorio che con-AIC - Vademecum 2008 49
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