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Terapie alternative alla dieta senza glutine: quali prospettive?lare alcuni autori italiani hanno riportato i risultati promettenti di alcuni studi sull'uso di miscele dilattobacilli e probiotici durante la lievitazione prolungata di pane e pasta.Inibitori dell'attività della transglutaminasi tissutaleLa transglutaminasi tissutale (tTG2) è un enzima Ca-dipendente in grado di modificare alcuneglutamine presenti nella gliadina, tramite meccanismi di transamidazione o deamidazione e con formazionedi alcuni peptidi immunologicamente attivi, fra cui il peptide 33-mer. Questi peptidi presentanoun'alta affinità per le molecole DQ2/DQ8, e legandosi a queste sequenze dell'HLA presentisulle antigen presenting cells, sono in grado di avviare la risposta infiammatoria mediata dai T-linfociti.Una possibile implicazione terapeutica può quindi essere quella basata sulla sintesi di inibitoridella tTG2. È stato studiato l'effetto della cistamina su biopsie di pazienti affetti da celiachia in cuiera stato effettuato un challenge dietetico con glutine ed in cui si era evidenziato un arresto della proliferazioneT cellulare indotta da questa sostanza. Altri inibitori sono stati studiati, come L-682777,specifico inibitore anche del fattore XIIIa e perciò scarsamente utilizzabile, e come il KCC009, somministratoper via orale, ben tollerato da roditori e con emivita breve. In effetti però non sono staticondotti studi sufficienti sulla tossicità, né sulla reale efficacia <strong>dei</strong> diversi inibitori.Inibizione della reattività T cellulare glutine-dipendenteLa risposta T cellulare potrebbe essere ridotta o annullata in diversi modi, fra cui la somministrazionedi anticorpi anti-CD3 e CD154, sperimentati già in passato. Purtroppo però questi trattamentinon sono così facilmente somministrabili, in quanto sono gravati da effetti collaterali di discretaentità, fra cui la “sindrome tossica da citochine” per ciò che riguarda l'anti-CD3 e complicanzetromboemboliche per l'anti CD154.Anche l'induzione della tolleranza è stata presa in considerazione fra le varie possibilità terapeutichealternative alla dieta priva di glutine. Studi condotti su topi transgenici hanno dimostrato che lasomministrazione per via nasale di gliadina o <strong>dei</strong> suoi derivati poteva parzialmente inibire la rispostaT-cellulare, forse inducendo una sorta di tolleranza immunologica. Rimane però da segnalare che sonostati identificati alcuni peptidi derivati dal glutine, fra cui il 31-49, che non è riconosciuto dai linfocitiT. In particolare questa sequenza stimola l'immunità innata ed è in grado di indurre l'apoptosidell'enterocita ed una proliferazione <strong>dei</strong> linfociti intraepiteliali. La possibilità quindi di avere sequenzedel glutine che attivano cellule diverse dai T linfociti può in qualche modo inficiare i tentativi di induzionedella tolleranza sopra descritti.Inibitori della zonulinaAltro capitolo in fase sperimentale riguarda il possibile impiego di inibitori dell'attività della zonulina,proteina che rivestirebbe un ruolo chiave nell'alterare la permeabilità intestinale. Si tratta diuna proteina capace di indurre la disorganizzazione <strong>dei</strong> microfilamenti di actina, strutture queste coinvoltenel mantenimento della permeabilità intestinale paracellulare a livello delle tight junctions.Queste ultime servono ad impedire il passaggio delle macromolecole dal lume intestinale alla sottomucosaintestinale e la loro integrità è compromessa durante la fase attiva della MC. In uno studio riguardantegli effetti della gliadina e della zonulina sulla permeabilità intestinale è già stato utilizzatoin vitro un antagonista, indicato con la sigla FZI/O, in grado di inibire l'attività della zonulina.AIC - Vademecum 2008 63

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