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26<<strong>br</strong> />
Revista de Estudos so<strong>br</strong>e Teatro de Formas Animadas<<strong>br</strong> />
MÓIN-MÓIN<<strong>br</strong> />
L’attore disincarnato. Marionetta e avanguardie<<strong>br</strong> />
Brunella Eruli<<strong>br</strong> />
Universidade de Salerno (Itália)<<strong>br</strong> />
Troppo spesso collocata tra le curiosità etnografiche o le forme teatrali<<strong>br</strong> />
per bambini, la marionetta è stata invece considerata dalle avanguardie<<strong>br</strong> />
europee, tra le fine del XIX e gli inizi del XX secolo, <strong>com</strong>e la forma più<<strong>br</strong> />
adatta ad esprimere il nuovo linguaggio artistico scaturito dalla crisi della<<strong>br</strong> />
rappresentazione teatrale e pittorica, segno di quella più generale crisi dei<<strong>br</strong> />
valori a cui cercarono di rispondere i movimenti di avanguardia all’inizio<<strong>br</strong> />
del “secolo <strong>br</strong>eve”. Prendeva così inizio una collaborazione fra pittura e<<strong>br</strong> />
teatro di cui la marionetta, con il suo linguaggio sintetico ed astratto, ha<<strong>br</strong> />
rappresentato il terreno di incontro ideale.<<strong>br</strong> />
Sia pure con eclissi ed intermittenze, questo incontro ha continuato<<strong>br</strong> />
ad ispirare fino ad oggi alcune delle esperienze artistiche più innovative nel<<strong>br</strong> />
campo sia plastico che teatrale, dove si ritrova il filo rosso di una riflessione<<strong>br</strong> />
sulla marionetta in quanto oggetto (per l’uso e la deformazione dei materiali),<<strong>br</strong> />
in quanto forma teatrale (per le teorie sull’attore e per le ricerche sulla<<strong>br</strong> />
voce) e in quanto metafora dei rapporti fra soggetto ed oggetto, umano e<<strong>br</strong> />
meccanico, fra vivente e inanimato. In quanto oggetto e <strong>com</strong>e forma plastica,<<strong>br</strong> />
la marionetta permette una grande libertà di invenzione e di sperimentazione<<strong>br</strong> />
di materiali; forma teatrale essenzialmente visiva, essa ha ac<strong>com</strong>pagnato<<strong>br</strong> />
l’affermarsi dello spazio scenico concepito <strong>com</strong>e spazio plastico; personaggio<<strong>br</strong> />
astratto, essa ha facilitato l’abbandono della verosimiglianza narrativa e della<<strong>br</strong> />
coerenza psicologica, fondamenti del teatro tradizionale; attore laconico, la<<strong>br</strong> />
marionetta ha ac<strong>com</strong>pagnato i mutamenti intervenuti nella scrittura teatrale<<strong>br</strong> />
e nell’uso della voce, usata <strong>com</strong>e strumento sonoro, separata dal personaggio<<strong>br</strong> />
o dal corpo che la proferisce. Basta pensare all’Ultimo nastro di Krapp, di<<strong>br</strong> />
Samuel Beckett, per cogliere la differenza intervenuta nella definizione del<<strong>br</strong> />
personaggio e nella funzione della scrittura e della parola differita. Anche la<<strong>br</strong> />
ricerca sulla parola <strong>com</strong>e sonorità, <strong>com</strong>e “phoné”, svolta da Carmelo Bene<<strong>br</strong> />
è sottesa da una concezione della voce della parola e quindi dell’attore non<<strong>br</strong> />
lontana dalla marionetta. E non è un caso che Bene abbia realizzato anche<<strong>br</strong> />
un indimenticabile “Pinocchio”.<<strong>br</strong> />
L’attuale ripresa di interesse nei confronti della marionetta che<<strong>br</strong> />
caratterizza la scena artistica attuale avviene nel segno di una tendenza<<strong>br</strong> />
all’i<strong>br</strong>idazione ed al meticciamento dei linguaggi: il teatro guarda al cinema,