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The Salvia divinorum Research and Information Center - Shroomery

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http://www.sagewisdom.org/etnofarm.html<br />

che i Mazatec impiegavano un “tea” fatto con le foglie schiacciate di una “yerba María<br />

” per la divinazione. La preparazione veniva usata in maniera simile ai funghi<br />

‘narcotici’ e alla ‘semillas de la Virgen’, che più tardi furono identificati come semi di<br />

Morning glory (Johnson,1939). Blas Pablo Reko, che conosceva bene Weitlaner, riferì di<br />

una ‘pianta magica’ impiegata dagli Indiani Cuiatec e dai Mazatechi per produrre<br />

visioni. Era conosciuta come hoja de adivinacion (foglia di profezia) e benché Reko non<br />

potesse identificare la pianta, molto probabilmente si trattava di S. <strong>divinorum</strong><br />

(Reko,1945).<br />

Nel 1952 Weitlaner descrisse l’uso di una yerba (hierba) de María da parte dei Mazatechi<br />

di Jalapa de Díaz, un piccolo villaggio nello stato d’Oaxaca. Secondo il suo informatore,<br />

le foglie di questa pianta erano raccolte dai cur<strong>and</strong>eros (sciamani o guaritori), che si<br />

recavano sulle montagne e le raccoglievano dopo una serie di genuflessioni e preghiere.<br />

il fogliame usato nelle guarigioni veniva sfregato tra le mani quindi se ne faceva un<br />

infuso con 50 o 100 foglie, us<strong>and</strong>o la dose maggiore per gli ‘alcolisti’. Verso mezzanotte<br />

il cur<strong>and</strong>ero, il paziente e un’altra persona si recavano in un luogo buio e tranquillo<br />

(forse una casa) dove il paziente ingeriva la pozione.<br />

Dopo circa 15 minuti gli effetti iniziavano a manifestarsi. Il soggetto poteva entrare in<br />

uno stato di trance semi-delirante e dal suo discorrere il cur<strong>and</strong>ero emetteva una<br />

diagnosi dopo di che poneva termine alla sessione bagn<strong>and</strong>o il paziente con una parte<br />

della pozione tenuta da parte per questo scopo. Il bagno probabilmente poneva fine allo<br />

stato d’intossicazione. Oltre a queste pratiche di guarigione, la yerba María serviva<br />

anche per profetizzare sui furti o sugli smarrimenti (Weitlaner,1952)<br />

Cinque anni dopo il botanico messicano A. Gomez Pompa, raccolse dei campioni di una<br />

salvia conosciuta come “xka (sic) Pastora”. Notò che la pianta era usata come un<br />

allucinogeno (alucinante) e una dose era approntata con da otto a 12 paia di foglie.<br />

Finché non fu disponibile materiale fiorito, non si riuscì ad identificare la salvia se non<br />

come genere (Gomez Pompa,1957). Il campione olotipico (completo) di S. <strong>divinorum</strong> fu<br />

acquisito da Wasson e Hofmann nel 1962 in una spedizione con Weitlaner. Piante fiorite<br />

furono loro portate nel villaggio di San José Tenango, ma non fu loro permesso di<br />

visitare il luogo in cui ska María Pastora cresceva. Questa collezione venne inviata a<br />

Epling & Játiva-M. che la descrissero come una nuova specie di <strong>Salvia</strong>, <strong>Salvia</strong> <strong>divinorum</strong><br />

(Wasson,1962; Epling <strong>and</strong> Játiva-M.,1962).<br />

Wasson fu il primo a descrivere personalmente gli effetti di ska Pastora, descrivendo le<br />

esperienze che aveva avuto, con altri membri del suo gruppo, dopo l’ingestione di<br />

diverse dosi di una pozione preparata con le foglie della pianta. In una sessione nel<br />

luglio 1961, alla quale anche lui aveva partecipato, una cur<strong>and</strong>era (le donne sciamano<br />

sono molto comuni tra i Mazatechi e altri popoli del Messico) premette con le mani il<br />

succo di 34 paia di foglie in un bicchiere e lo allungò con acqua. Wasson bevve il fluido<br />

http://www.sagewisdom.org/etnofarm.html (3 of 28) [04.09.01 10:21:36]

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